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Economia
Consiglio europeo, dopo i migranti sul tavolo lo scoglio Unione bancaria

Dopo l'accordo raggiunto stamani all'alba sui migranti - in merito al quale il premier italiano Giuseppe Conte si e' definito "soddisfatto" - oggi il Consiglio europeo, dopo il punto sui negoziati sulla Brexit, affronterà altri temi caldi come quello dell'Unione bancaria (a breve e' atteso l'arrivo anche del presidente della Bce Mario Draghi). A fine giornata, pero', i toni potrebbero non essere altrettanto trionfalistici.

Parte della partita si gioca sul terreno del Fondo di risoluzione unico per le banche e dell'Edis, ovvero un sistema europeo comune di assicurazione dei depositi. Il terzo pilastro dell'Unione bancaria - che deve ancora essere realizzato - e' proprio quello di un sistema di garanzia comune sui depositi: ma la riduzione dei rischi e la condivisione dei rischi, nonostante tutte le discussioni avviate, sono un punto di attrito tra gli Stati membri.

Se infatti e' atteso il via libera al paracadute finanziario del Fondo di risoluzione bancario attraverso l'European Stability Mechanism, sull'altro fronte, quello della garanzia comune dei depositi, si parla solo di negoziati politici. Una sorta di via libera ai ministri dell'Eurogruppo ad avviare trattative sul tema, nulla di piu'. Le istituzioni hanno parlato chiaramente. "La riduzione dei rischi bancari in Europa e' gia' stata significativa, percio' e' arrivato il momento di passare a misure di condivisione", ha sottolineato una nota preparata da Commissione Ue, Bce e Single Resolution Board, su richiesta del presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno, in vista del vertice Ue.

"Alla luce dei progressi compiuti, e' ora importante avviare discussioni piu' concrete e impegnative sulla condivisione dei rischi". Ma su questo punto la Germania, alla quale si sono accodati altri Paesi del Nord Europa, non sembra disposta a negoziare piu' di tanto. E stamani il sentiment non sembra cambiato piu' di tanto rispetto alla giornata di ieri. "Per realizzare il terzo pilastro dell'Unione bancaria, ovvero la garanzia comune sui depositi, non bastano gli auspici. Nella migliore delle ipotesi verranno avviate interlocuzioni che necessiteranno di ancora molto tempo per sedimentarsi e concretizzarsi in realta'", ha detto nella tarda serata un banchiere di lungo corso vicino ai lavori consiliari e parlamentari parlando a MF-Dowjones.

"Auspichiamo il terzo pilastro, ma a questo pilastro non ci dobbiamo impiccare", commenta un altro banchiere. "Non irrigidiamo la questione solo sulla garanzia dei depositi", avverte. Proprio l'Unione bancaria serve a prevenire le situazioni di rischio bancario o a gestire quelle di dissesto. Il Meccanismo europeo di stabilita' serve a iniettare liquidita' negli Stati solventi e a gestirne i salvataggi e i default. I due capitoli sono strettamente collegati visto che il Mes dovrebbe fornire un paracadute da 60 mld al Fondo di risoluzione unico per le banche. In questo quadro due sono i pilastri da costruire ex novo: il paracadute del Mes e l'Edis per l'associazione comune dei depositi.

L'Abi presieduta da Antonio Patuelli e' favorevole alla costituzione del terzo pilastro ma chiede che le banche non contribuiscano piu' di tasca loro alla costituzione di questi cuscinetti. Secondo osservatori ben informati l'Europa sta parlando di fondo salva-banche proprio ora che non ci sono crisi bancarie in corso. "Di fondi salva-banche ce ne sono un'infinita'; che non sia questa una trovata creativa per chiedere nuovi soldi alle banche che gia' finanziano una quantita' di fondi nazionali", ha spiegato un terzo banchiere.

Nonostante le recenti parole di Daniele Nouy, a capo del supervisory Board della Bce, i tempi non sembrano maturi per incardinare questo terzo pilastro. Si vedra'. Stamane è arrivato al Consiglio Ue il presidente della Bce Mario Draghi cosi' come quello del presidente dell'Eurogruppo Mario Centena. 

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