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Economia
Cooperazione internazionale ed Europa i temi al centro del libro di Saccomanni

L’eredità della crisi che ha sconvolto l’economia globale a partire dal 2008 è stata pesante: si parla si crescita inadeguata, disoccupazione, disuguaglianze nella distribuzione dei redditi e crollo degli investimenti pubblici. Inoltre le contromisure adottate dai governi sono state nel complesso inefficaci. Questa è la fotografia scattata da “Crepe nel sistema: la frantumazione dell’economia globale”, il libro scritto da Fabrizio Saccomanni – banchiere, economista e politico italiano – presentato oggi a Roma.

All’incontro presenti, oltre all’autore, Pier Carlo Padoan, deputato ed ex ministro dell’economia e delle finanze, Ferdinando Nella Feroci, presidente dello IAI, Marcello Messori, professore di economia e direttore della LUISS School Of European Political Economy, e Valeria Termini, professore ordinario di economia politica dell’Università Roma Tre.

“Questo libro è la conclusione di un’esperienza che mi ha visto per decenni nel campo della cooperazione internazionale, dapprima in Banca d’Italia, poi in istituzioni internazionali come il Fondo Monetario e la Banca per la Ricostruzione e lo Sviluppo, infine come Ministro dell’Economia e delle Finanze”, ha commentato l’autore Fabrizio Saccomanni ai microfoni di Affaritaliani.it. “Il libro parla delle difficoltà che si incontrano all’interno della cooperazione internazionale nel gestire i problemi crescenti che la globalizzazione pone. È un tentativo di spiegare come la globalizzazione renda sempre più necessaria una gestione coordinata da parte dei principali Paesi. Purtroppo si assiste, invece, a una crescente frantumazione, per ragioni politiche, del sistema della cooperazione”.

Il libro ha dunque lo scopo di “mettere in luce”, come ricorda Saccomanni, “i rischi che la frammentazione comporta. Tali rischi rendono oggi l’Europa un luogo in cui si discute senza trovare mediazione (basti pensare alla Brexit o al mancato completamento dell’Unione bancaria) e la portano a essere divisa e pertanto emarginata in un contesto dove, invece, Cina e Stati Uniti la fanno da padrone. L’appello è che l’Europa possa tornare a svolgere un ruolo maggiore sulla scena finanziaria, economica e politica globale”.

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