Economia
Coronavirus, incognita sulla Borsa di Shanghai e Pechino pompa denaro

Occhi degli operatori finanziari sulla riapertura delle Borse del Dragone dopo la lunga pausa del Capodanno cinese. La People's Bank of China inietta liquidità
Mentre nel Dragone cresce il bilancio dei morti (c'è il primo decesso fuori dai confini del Paese), l'effetto coronavirus pesa sui mercati globali, sui quali lunedì si aggiungerà una nuova incognita: la riapertura della Borsa di Shanghai, chiusa dal 23 gennaio per il Capodanno cinese.
Le autorità di Pechino in molte province, comprese quelle di Shanghai e Guangdong, hanno esteso le festività del Capodanno fino al 9 febbraio, proprio per evitare che l'epidemia possa trarre alimento dalla riapertura degli uffici. Questo, secondo gli esperti, potrebbe limitare gli scambi finanziari in Cina. Difficile comunque prevedere come si comporteranno i listini del Dragone.
Lo scorso maggio, dopo la riapertura durante una fase molto negativa della guerra commerciale con gli Stati Uniti di Donald Trump, il listino di Shanghai perse il 6%.
Il regolamento della Borsa cinese prevede l'interruzione delle quotazioni in caso di una discesa superiore al 10%. Anche le altre Borse difficilmente sfuggiranno all'impatto dell'emergenza Cina. Venerdì Wall Street e le piazze finanziarie europee hanno chiuso in rosso, con Milano che ha ceduto il 2,29%, dopo che il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato d'emergenza per sei mesi.
Intanto, nel pieno dell'emergenza sanitaria causata dall'espansione del coronavirus, la Banca centrale cinese si prepara a una robusta iniezione di valuta nell'economia locale. L'autorità monetaria ha annunciato per luedì "un'operazione di pronti contro termine a mercato aperto da 1,2 trilioni di yuan", l'equivalente di circa 173 miliardi di dollari. La decisione, si legge nella nota, viene presa "al fine di mantenere una liquidità ragionevole e abbondante del sistema bancario e un funzionamento stabile del mercato valutario durante il periodo speciale di prevenzione e controllo delle epidemie". Al momento, la "liquidità complessiva del sistema e' di 900 miliardi di yuan in piu' rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso", conclude la Banca.
Da tenere d'occhio infatti è anche lo yuan, che giovedì scorso sul valutario è tornato a sfondare quota 7 sul dollaro. La settimana prossima, coronavirus a parte, i mercati saranno meno indaffarati che nei sette giorni appena trascorsi, che hanno visto l'addio del Regno Unito dall'Unione europee e le riunioni di Fed e Boe.
Tuttavia non mancheranno appuntamenti importanti, in particolare nella giornata di venerdi' 7 febbraio, in cui usciranno i dati sulla bilancia commerciale cinese, quelli sull'occupazione Usa a gennaio e dalla Germania arriveranno le cifre sulla produzione industriale e sulla bilancia commerciale a dicembre. Da non perdere lunedì il pmi manifatturiero dell'Eurozona, il giorno seguente il pmi cinese sui servizi (indice Caixin) e giovedì gli ordini all'industria in Germania a dicembre.