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Dalle privatizzazioni alla riforma di Invitalia e dalla riforma delle concessioni demaniali alla possibilità di concedere vantaggi fiscali ad hoc alle imprese che decideranno di investire.

Il Governo Letta ha approvato il Piano Destinazione Italia per l'attrazione degli investimenti esteri. Un percorso di "privatizzazioni" e un argomento, ha precisato il premier, che saranno affrontati anche nella nota di aggiornamento al Def (Documento di Economia e Finanza) che l'esecutivo licenzierà domani.

Letta è stato chiaro: "Il nostro Paese ha un drammatico bisogno di investimenti esteri" che al momento hanno "cifre troppo basse". Per questo il piano ha come obiettivo proprio quello di attrarre investimenti stranieri. "L'inizio del roadshow sarà la settimana prossima a New York", mentre la seconda tappa sarà nei "Paesi del Golfo", ha aggiunto poi parlando degli step successivi del pacchetto di misure pro-crescita.

 

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Per realizzare il piano, ha aggiunto in conferenza stampa al termine del Cdm, ''cominceremo immediatamente una consultazione pubblica con i soggetti istituzionali e pubblici''. Si vuol far comprendere che per attrarre investimenti il Paese ''non è né outlet, che svende tutto a prezzi bassi, ma neanche Fort Apache, solo a difesa'', precisa. Ad avviso del capo del governo ''inizia un percorso di privatizzazioni'' che riguarderà ''cose che è giusto privatizzare perché non sempre privato è meglio del pubblico'', come si è visto in esempi passati. Quello delle privatizzazioni, spiega Letta, ''sarà un tema dell'autunno. Al ministero dell'Economia ci stanno già lavorando''. Alla domanda se si tratterà solo di privatizzazioni immobiliari o anche di altro tipo, il premier ha risposto che "è ancora presto''.

Riassumendone il senso, Letta ha definito il Piano Destinazione Italia come un "modo per agevolare e semplificare" gli investimenti stranieri nel nostro Paese e prevede "50 misure" molto "secche e semplici" per "risolvere i problemi più grossi che le imprese" incontrano venendo in Italia. Gran parte degli interventi, ha aggiunto, riguardano la "burocrazia, i problemi del fisco e le questioni infrastrutturali", come "il piano per gli aeroporti e le questioni delle bonifiche".

Stando alle indiscrezioni, il documento è diviso in quattro parti: attrazione, promozione, accompagnamento e attuazione degli investimenti. Tra le misure attrattive, un ruolo centrale dovrebbe averlo il taglio del cuneo fiscale (misura anche anti-delocalizzazione): una sforbiciata agli oneri contributivi a carico delle imprese che dovrebbe costare circa 4-5 miliardi di euro. Poi, una riforma del testo unico del lavoroe del contratto di reinserimento e un meccanismo di silenzio assensoper dare certezza alle controversie fiscali.

Entro fine ottobre, poi, dovrebbe esser pronto anche la lista dettagliata delle dismissioni. Da inserire ci sono la vendita di Ansaldo Energia, di Poste Vita, e la quotazione in Borsa di Fincantieri, mettendo sul mercato come flottante almeno la metà del capitale. Misure che, ora che il deficit tendenziale viaggia sopra il 3% (3,1%), il Ministero del Tesoro sarà costretto a mettere in cantiere prima possibile per abbattere il muro del debito.

 

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