La recessione è finita. L'Istat precisa che non è suo compito certificarlo, però il dato definitivo del terzo trimestre indica che non c'è stata alcuna variazione del Pil su base congiunturale e cioè rispetto al II trimestre mentre su base annua e cioè rispetto al III trimestre del 2012, il Pil è calato dell'1,8%. Oltretutto, secondo l'istituto centrale di statistica, si tratta di un leggero miglioramento rispetto alle stime preliminari (-0,1% congiunturale e -1,9% tendenziale) e dal prossimo trimestre dovrebbe tornare la crescita. Tuttavia il valore assoluto del Pil, in termini reali, risulta di circa 100 milioni inferiore al valore del trimestre precedente.

Nel dettaglio, il trimestre da giugno a settembre ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate del 2% e le esportazioni dello 0,7%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla variazione del PIL.

Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi e per i consumi delle famiglie residenti (entrambi -0,1 punti percentuali) e nullo per i consumi della Pubblica Amministrazione. Le scorte hanno contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha sottratto 0,4 punti percentuali. Il valore aggiunto ha segnato, in termini congiunturali, un andamento negativo nell’agricoltura (-1,6%), positivo nell’industria in senso stretto (0,2%) e variazioni nulle nelle costruzioni e nei servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti: nell’agricoltura dello 0,7%, nell’industria in senso stretto del 2,8%, nelle costruzioni del 5,5% e nei servizi dello 0,9%.

"Non siamo ancora fuori dalla crisi", è stato il commento del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "I dati Istat - ha osservato Squinzi, a margine di un convegno sulla legalità fiscale - confermano le previsioni del nostro Centro studi. La discesa sembra attenuarsi ma - ha sottolineato - non possiamo dire che siamo fuori dalla crisi. Su base annuale siamo ancora sotto".


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La recessione è finita. L'Istat precisa che non è suo compito certificarlo, però il dato definitivo del terzo trimestre indica che non c'è stata alcuna variazione del Pil su base congiunturale e cioè rispetto al II trimestre mentre su base annua e cioè rispetto al III trimestre del 2012, il Pil è calato dell'1,8%. Oltretutto, secondo l'istituto centrale di statistica, si tratta di un leggero miglioramento rispetto alle stime preliminari (-0,1% congiunturale e -1,9% tendenziale) e dal prossimo trimestre dovrebbe tornare la crescita. Tuttavia il valore assoluto del Pil, in termini reali, risulta di circa 100 milioni inferiore al valore del trimestre precedente.

Nel dettaglio, il trimestre da giugno a settembre ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate del 2% e le esportazioni dello 0,7%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla variazione del PIL.

Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi e per i consumi delle famiglie residenti (entrambi -0,1 punti percentuali) e nullo per i consumi della Pubblica Amministrazione. Le scorte hanno contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha sottratto 0,4 punti percentuali. Il valore aggiunto ha segnato, in termini congiunturali, un andamento negativo nell’agricoltura (-1,6%), positivo nell’industria in senso stretto (0,2%) e variazioni nulle nelle costruzioni e nei servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti: nell’agricoltura dello 0,7%, nell’industria in senso stretto del 2,8%, nelle costruzioni del 5,5% e nei servizi dello 0,9%.

"Non siamo ancora fuori dalla crisi", è stato il commento del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "I dati Istat - ha osservato Squinzi, a margine di un convegno sulla legalità fiscale - confermano le previsioni del nostro Centro studi. La discesa sembra attenuarsi ma - ha sottolineato - non possiamo dire che siamo fuori dalla crisi. Su base annuale siamo ancora sotto".


 
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