Dazi, la Bce lima ancora la crescita Ue.Bacchettate a Belgio, Spagna e Francia
Per l'Eurozona ancora nessun segnale di ripresa all'orizzonte. La crescita resta debole ma si intravedono "i primi segnali di stabilizzazione del rallentamento economico e di lieve incremento dell'inflazione di fondo". E' uno scenario ancora pieno di incertezze quello tratteggiato nel Bollettino economico della Bce in cui si riscontra un "quadro complessivo dei rischi per l'attività economica internazionale che continua a rimanere orientato al ribasso", con l'ennesimo appello ai Governi con margini di bilancio, Germania in primis, a fare di più per supportare la crescita. Per il 2020 la crescita del Pil è stata limata a 1,1% (da 1,2% visto in precedenza) e confermato il +1,4% per il 2021 e 2022.
Più fosche le previsioni emerse dal sondaggio condotto dal Financial Times fra 34 economisti: l'economia dell'Eurozona rallenterà nel 2020 per il terzo anno consecutivo con la crescita che potrebbe scendere sotto l'1%, il tasso più lento da sette anni a questa parte. A frenare l'economia saranno prevalentemente l'instabilità politica, le tensioni commerciali e le difficoltà nel settore automobilistico. Per Lucrezia Reichlin, professore di economia presso la London Business School, anche i "rischi politici" in Italia potrebbero giocare un ruolo significativo nel rallentamento economico, accanto alle tensioni tra Usa e Cina sui dazi e alla Brexit.
Per aiutare l'economia, Francoforte continua a promettere una politica monetaria "altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo" e non esclude ulteriori interventi in caso di necessità. Invita i governi virtuosi con margini di bilancio "ad agire in maniera efficace e tempestiva" e ad aumentare gli sforzi "a favore della crescita", mentre lancia l'ennesimo richiamo a Roma e agli altri governi di Paesi con un debito pubblico elevato a "perseguire politiche prudenti e conseguire gli obiettivi di saldo strutturale".
L'Italia, in particolare, viene bacchettata con Belgio, Spagna e Francia per non aver "ancora avviato un costante percorso di riduzione" del debito. Dai grafici del Bollettino Bce emerge che nel 2020 il rapporto debito/Pil dell'Italia è superiore al 135% e che lo scostamento rispetto all'aggiustamento strutturale richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita è il più ampio fra i partner Ue che non riusciranno a centrare l'obiettivo. Primato negativo anche per lo spread tra il nostro Btp e il Bund.
La Bce rimarca che il differenziale "si è ampliato in misura significativa, di 27 punti base, arrivando a 1,43 punti percentuali, principalmente di riflesso all'intensificarsi di tensioni politiche interne che non hanno avuto effetti di propagazione su altri Paesi dell'area dell'euro". Per Spagna e Francia lo spread con il Bund si è allargato rispettivamente solo di 7 e 1 punto base, mentre in Portogallo si è ridotto di 4 punti base.
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