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Economia
Decreto Rilancio. Competere.eu, fondamentali procedure e tecnologie adeguate

“Avremmo preferito un decreto di urgenza prima di Pasqua di poche pagine chiare e non soggette a interpretazioni di sorta, con tre macro interventi, per i cittadini e le famiglie (assistenza), per le imprese (tasse), e per la sanità (potenziamento e investimenti). Pur comprendendo la complessità della situazione che il governo sta affrontando il Decreto Rilancio, così come annunciato non è altro che un'integrazione del Cura Italia e non ha i numeri e la visione per poter ambire a rilanciare l'economia del Paese.  E' uno spezzatino tra urgenze dovute alla pandemia e generale rilancio economico di un paese i cui mali sono molto profondi e non vengono affrontati da troppo tempo”. Il presidente di Competere.eu, Pietro Paganini, e il segretario generale, Roberto Race, commentano così il Decreto Rilancio nel presentare le attività che il think tank metterà in campo per monitorare l'attuazione del decreto sarà monitorata dal team dell'Osservatorio sulla Ricostruzione economica Post Covid19 curato dal fellow del pensatoio Giuseppe Arleo (nella foto).

“Cinquecento pagine possono salvare un paese così come affossarlo. Tanto che già si paventa un Ddl semplificazione per affrontare il vero problema irrisolto: la burocrazia. Tutto quello che le cinquecento pagine di buono e meno buono propongono può avere speranza solo se si eliminano i freni dell’organizzazione burocratica”. Ed in quest'ottica Competere lavorerà con l'Osservatorio sulla Ricostruzione economica Post Covid19.

“Bisogna guadagnare in speditezza -spiega Arleo analizzando il decreto- abbattendo drasticamente i tempi delle procedure che soffocavano già il mondo delle imprese prima e che ora sono intollerabili. Occorre procedere in maniera decisa e radicale verso quella semplificazione di normative e regolamenti sempre annunciata, e poi nei fatti rinviata sine die dai vari esecutivi che si sono successi alla guida del Paese. Accanto alle procedure, bisogna porre mano alla tecnologia perchè le misure non restino sulla carta. Sia nella fase istruttoria che in quella dell’erogazione degli incentivi. Le nuove procedure non possono che viaggiare di pari passo con un profondo aggiornamento tecnologico. Che se ne abbia una assoluta necessità, è comprovato anche dalle ultime vicende, con erogazioni di sostegni economici rese più difficoltose e travagliate dall’inadeguatezza delle piattaforme digitali utilizzate. Era prevedibile che delle strumentazioni non in grado di garantire prestazioni efficaci anche nella normale amministrazione, finissero per andare in tilt, o risultare pateticamente deficitarie, in un periodo di emergenza come l’attuale, che determina carichi di lavoro davvero immani. Se vogliamo ripartire con buone possibilità di recuperare il terreno perduto in questi mesi, è fondamentale la scelta  che gli  incentivi a fondo perduto arrivino subito alle imprese. Questo tipo di agevolazione, in una fase di drammatica crisi di liquidità del sistema, costituisce un sostegno fondamentale per le imprese, ben più efficace delle operazioni di debito previste dal decreto liquidità, che, al contrario, rischiano di appesantire ancora di più bilancio aziendali già provati in epoca pre Covid. Ma non è sufficiente, purtroppo, neppure la reintroduzione su vasta scala del contributo a fondo perduto senza l'aver cambiato e sburocratizzato le procedure”.

“Per tutte queste ragioni -conclude Arleo- sarebbero auspicabili misure come l’utilizzo di un sistema di autocertificazioni sostitutive di atto notorio prevedendo sanzioni tali da scoraggiare illeciti. Si andrebbe così a velocizzare i due momenti di maggiore criticità dell’iter procedurale, quelli che attualmente prolungano in misura inaccettabile i tempi effettivi del finanziamento agevolato, in special modo per la verifica dei dati Durc, attestanti la regolarità contributiva, e di quelli inerenti la certificazione antimafia. Autocertificazione significa semplificazione. I margini di rischio sono estremamente limitati, purché si dia impulso in tempi strettissimi a un importante lavoro di coordinamento di dati già in possesso della pubblica amministrazione. E’ questo il primo passo concreto da fare per rendere il sistema degli incentivi funzionale alla causa di una ripresa accelerata. Inoltre sarebbe auspicabile utilizzare il Registro nazionale aiuti (Rna) per snellire ulteriormente alcune fasi del controllo, evitando alle imprese di produrre inutilmente nuove autocertificazioni. In sede di rendicontazione, poi l’utilizzo diffuso di convenzioni con soggetti istruttori esterni può abbattere la tempistica di verifiche e valutazioni. Al fine di calibrare meglio gli incentivi rispetto alle specifiche esigenze indotte dall’emergenza pandemia, possono tornare utili infine anche un approfondimento analitico e un restyling degli incentivi già in essere, con una opportuna una rivisitazione di alcuni capitolati di spesa finora non finanziati in modo da ampliare la provvista di incentivi. Sarebbe poi importante ridurre sensibilmente, almeno per il periodo emergenziale, i limiti minimi degli investimenti da realizzare per poter ottenere il contributo”.

 

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