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Economia


 

Giovanni Bazoli

Acque burrascose in Via Rizzoli dove Ca' de Sass è pronta a sottoscrivere l'aumento da 400 milioni che il nuovo amministratore delegato sta per lanciare per ricostituire il capitale di Rcs, sia come istituto del consorzio di garanzia sia come socio forte (col 4,9%) del patto di sindacato che governa il gruppo editoriale.

No alla vendita della sede del Corriere, che ha "un significato storico e culturale che non deve essere considerato superato dal tempi", ha affermato infatti Giovanni Bazoli (nella foto), presidente del consiglio di sorveglianza della prima banca italiana e socio in Rcs anche con l'1% di Mittel. Una doccia fredda per Scott Jovane che deve gettare le basi per il rilancio di Rcs alle prese con un drastico calo della pubblicità, oltre che con un pesante indebitamento da oltre 800 milioni che ha raggiunto ormai livelli di guardia. 

Bazoli non ha commentato l'ipotesi che la redazione del CorSera possa restare in via Solferino a Milano e trasferirsi a Crescenzago, nell'attuale torre Rcs, tema che sta molto a cuore all'attuale direttore Ferruccio de Bortoli. "Quello è un altro discorso, su cui non mi pronuncio. Io dico comunque - ha spiegato il banchiere a margine della presentazione del censimento dei Luoghi del cuore del Fai - che non vengano alienati da Rcs quei luoghi che hanno un significato storico e culturale".

rcs

Il presidente di Intesa Sanpaolo ha parlato di "grande importanza dal punto di vista storico e civico" di via Solferino, importanza che non ritiene "superata". "Se ci sono degli inevitabili mutamenti, decisi e necessitati - ha ribadito - anche da determinate situazioni economiche, questi non vengano a intaccare la parte di via Solferino che rappresenta uno scrigno dal punto di vista della conservazione dei valori e dei tesori storici della città di Milano, quella parte dove si raccolgono queste memorie".

Piuttosto che alla vendita, Bazoli, dunque, sembra essere invece orientato per la soluzione circolata un anno fa di costituire un fondo immobiliare nel quale far confluire gli asset e recuperare redditività senza cedere gli immobili di pregio. Oltre all'opposizione dei giornalisti del CorSera che non vogliono fare le valigie e di qualche azionista, Scott Jovane si trova a fronteggiare anche il momento no del mercato italiano del mattone: cedere in questo momento, potrebbe significare infatti per il gruppo editoriale svendere il palazzo storico e incassare un prezzo molto inferiore alle attese.

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