Dl Agosto, Cottarelli: "Pioggia di bonus. Misura inutile e senza strategia"
"Abbiamo anche il decreto Agosto. Che ce ne fosse bisogno non c'era dubbio". Lo scrive Carlo Cottarelli, economista, gia' commissario straordinario alla revisione della spesa pubblica, in un'analisi sulla Stampa, che pero' al tempo stesso avverte: "Ma che ce ne fosse davvero bisogno non significa che il nuovo decreto varato dal governo sia condivisibile in tutti i suoi aspetti".
E come primo aspetto "che vale la pena commentare", Cottarelli indica "la violazione di uno dei principi che dovrebbero guidare una politica di bilancio congiunturalmente espansiva in un'economia gravata da un elevato debito pubblico". Ovvero, "quello di prevedere interventi temporanei, interventi che non tocchino l'andamento di lungo periodo delle finanze pubbliche". E questo, avverte l'ex commissario alla spesa, "soprattutto quando le fonti di finanziamento del maggiore deficit siano pure temporanee, come le risorse del Recovery Fund o gli acquisti di titoli di stato da parte della Bce".
Un secondo aspetto che viene sottolineato riguarda invece "l'utilita' nel lungo periodo dei provvedimenti presi", perche' "nell'immediato qualunque aumento del deficit, anche per spese inutili ha un effetto potenzialmente espansivo nel breve periodo" e pertanto "se si devono prendere misure espansive meglio fare qualcosa che sia utile nel lungo periodo".
Quindi Cottarelli ammette: "Anche qui ho qualche dubbio sui provvedimenti del decreto". Dove per esempio? Scrive Cottarelli: "E' prioritario che si spenda di piu' per la pubblica istruzione: siamo agli ultimi posti in Europa", ma poi si chiede: "Ma abbiamo davvero bisogno di 85.000 nuovi insegnanti a tempo indeterminato per scuole elementari e medie? Per eliminare le 'classi pollaio", come dice la ministra Azzolina?"
Quindi aggiunge: "Ho anche qualche dubbio sull'efficacia del taglio del cuneo fiscale nel Mezzogiorno". E si chiede nuovamente: "Ma perche' un taglio solo al Sud?". Quindi sul prolungamento del blocco dei licenziamenti dice: "Non posso non commentare", ma pur non volendo essere dogmatico la sua speranza "e' che nel momento in cui il blocco sara' alla fine tolto, le condizioni economiche saranno migliorate al punto da non rendere necessari i licenziamenti stessi", ma parimenti e' anche "chiaro che piu' si estende il blocco piu' si ingessa un'economia che necessariamente richiede lo spostamento di lavoratori da un settore all'altro".
Quindi Cottarelli chiosa: "Non grido allo scandalo per qualche mese in piu', ma il blocco non puo' durare per sempre". In sintesi, scrive l'economista, "occorrono misure non guidate dalle contingenze e volte a far contento chi grida di piu', occorrono investimenti pubblici ben programmati, occorre riformare la pubblica amministrazione, occorre rendere la giustizia piu' rapida e occorrono anche spese per la pubblica istruzione, ma spese ben mirate". Insomma, occorre una chiara strategia". Per il momento, "restiamo in fiduciosa attesa" e' la mesta conclusione.
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