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Economia
Dopo la bancarotta Neumann torna in scena: chi è l’ex ceo di WeWork
Adam Neumann

Adam Neumann vuole riprendersi WeWork, il colosso del coworking

Ad Adam Neumann, fondatore ed ex Ceo di WeWork, neanche la bancarotta annunciata lo scorso novembre è bastata, e non molla il colpo inviando un'offerta d'acquisto da mezzo miliardo di dollari per il naufragato gigante degli uffici in affitto. WeWork, una volta venerata a Wall Street per un valore di 47 miliardi di dollari, è precipitata nel fallimento a novembre del 2023, passando dall'essere un'icona finanziaria a una penny stock, valutata appena 0,2 dollari.

Ma Neumann è nel bel mezzo di una missione di riscatto che va avanti da qualche anno e con la quale è determinato a riprendere le redini di WeWork da quando è stato estromesso dal consiglio di amministrazione ben cinque anni fa. A dicembre, l'imprenditore israeliano ha iniziato a tessere le fila per acquistare WeWork o almeno parte dei suoi asset, come riporta una lettera pubblicata dal Times.

Attraverso la sua startup Flow e in collaborazione con il fondo Third Point di Dan Loeb, Neumann ha cercato di riacquisire la sua "creatura" e i relativi contratti di locazione, con l'obiettivo di farla emergere dalla procedura di fallimento. Ci aveva già provato nell'ottobre del 2022 cercando di ottenere un finanziamento di un miliardo di dollari per WeWork, ma all'epoca la sua proposta era stata respinta dall'allora Ceo Mathrani. Ora, nonostante l'iniziale opposizione dei consulenti di WeWork, sembra che la rotta dell'azienda stia virando verso l'accettazione di finanziamenti al debitore in possesso da parte di Neumann e Loeb.

Ma di ambizioni Adam Neumann ne ha sempre avute tante, sin da quando sognava di diventare il presidente del mondo o di risolvere il problema degli orfani nel mondo. Ora a 42 anni è padre di cinque figli avuti dalla moglie Rebekah (cugina di Gwyneth Paltrow) e sogna di riprendersi il colosso che lui ha portato dalle stella alle stalle.

Da bambino ha lottato per anni con la dislessia, condizione che non gli ha permesso di imparare a leggere fino alla terza elementare. Dall'età di 17 anni è ufficiale della Marina israeliana ed entro i 22 ha già cambiato una decina di case, tra cui un kibbutz israeliano, fonte d'ispirazione per il suo futuro capolavoro imprenditoriale: WeWork.

Neumann ha studiato al Baruch College di New York, abbandonando però gli studi a pochi crediti dalla laurea, completata solo nel 2017. Durante quegli anni, avviene l'incontro che cambierà il corso della sua carriera, quello con Miguel McKelvey. Insieme, nel 2008 fondano GreenDesk, un'azienda di spazi di coworking sostenibili, che si evolve poi nel gigante WeWork due anni più tardi.

Al culmine del successo di WeWork, il patrimonio di Neumann ha toccato i 4,1 miliardi di dollari. Tuttavia, mentre l'azienda si preparava per una monumentale Ipo, la stampa iniziava a mettere in luce i suoi eccessi. Al di là della sua nota passione per la tequila, Neumann non si è mai risparmiato da dichiarazioni che, seppur ambiziose, avevano sempre un grande dose di inverosimiglianza.

L'ex Ceo sognava di risolvere il problema degli orfani nel mondo, accogliendoli nella famiglia di WeWork o puntava a diventare la prima persona nella storia a raggiungere un patrimonio di mille miliardi di dollari, sfidando il più ricco degli uomini, Elon Musk. Purtroppo questi progetti non sono mai andati in porto, e non solo per i sogni di gloria di Neumann.

Gli investitori erano preoccupati per i dubbi sul modello di business di WeWork: affittare spazi di coworking a chi non voleva o non poteva permettersi l'acquisto di uffici. Nonostante le convincenti prospettive di mercato, con il supporto di figure come Jamie Dimon di JPMorgan Chase e Masayoshi Son di SoftBank, l'azienda ha continuato a registrare perdite miliardarie. L'IPo è stata abbandonata poco prima del debutto a Wall Street e Neumann ha dovuto lasciare il timone della sua creazione nel 2019. Da prodigio delle startup, Neumann ne diventa lo zimbello. Dopo anni di ulteriori problemi, alcuni dei quali legati alla pandemia di Covid-19, ad oggi WeWork è una società con 4 miliardi di dollari di debiti che annaspa nel baratro del fallimento.

LEGGI ANCHE: WeWork dichiara la bancarotta, da 47 mld di valutazione al crollo del 98%

Insomma carisma, fascino, potere di persuasione e narcisismo sconfinati questi i tratti che hanno creato il personaggio di Neumann, e che sono stati anche portati sul piccolo schermo da Jared Leto con WeCrashed. Nella miniserie il controverso amministratore delegato viene ritratto come un visionario carismatico ma allo stesso tempo illuso, che ha persuaso alcuni dei più grandi nomi della finanza a credere in lui e a investire miliardi di dollari.

Ad oggi, seppur sfiduciato e con una bancarotta alle spalle, Neumann vuole riprendersi la sua WeWork che al momento non ha ancora risposto all'offerta mossa dall'ex Ceo. Nel frattempo Adam riparte sempre dal settore immobiliare e con la sua Flow punta sugli affitti residenziali. Chissà se stavolta riesce davvero a diventare presidente del mondo.






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