Droni russi in Polonia, l'Europa trema: ecco i titoli più vulnerabili e dove possono rifugiarsi gli investitori - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 19:37

Droni russi in Polonia, l'Europa trema: ecco i titoli più vulnerabili e dove possono rifugiarsi gli investitori

La reazione dei mercati e come proteggersi. L'analisi di Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades

di Rosa Nasti

Guerra in Europa, mercati in bilico: ecco i titoli più fragili e gli asset rifugio

Droni russi sono stati abbattuti per essere entrati nello spazio aereo polacco durante un attacco all’Ucraina, un’invasione definita dal primo ministro polacco Donald Tusk “una violazione senza precedenti”. Varsavia ha così convocato una riunione di emergenza del governo e invocato l’articolo 4 della Nato. Nel frattempo, Donald Trump ha chiesto all’Unione Europea dazi fino al 100% contro Cina e India per punire chi continua a comprare greggio russo.

Ma l’Europa può davvero seguire Washington senza mettere a rischio la propria economia? Con i mercati in subbuglio, i titoli della difesa in rally e l'impennata dei prezzi del petrolio, la strategia americana rischia di trasformarsi più in un boomerang che in uno strumento di pressione su Mosca. Affaritaliani ha analizzato l’andamento dei mercati e le possibili ripercussioni con Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades.

I mercati sembrano reagire a ogni notizia di guerra come a una scossa sismica. È solo un nervosismo momentaneo o c’è la consapevolezza che il conflitto si stia davvero avvicinando troppo all’Europa?

E' inevitabile e anche innegabile che i mercati reagiscano in modo volatile alle notizie di guerra, poiché i conflitti armati possono avere un impatto significativo sull’economia globale e sui mercati finanziari. Quando si tratta poi di conflitti che coinvolgono l'Europa, i rischi per i mercati finanziari sono particolarmente elevati, poiché l'Europa è una regione chiave per l'economia mondiale e un'instabilità politica nella regione potrebbe avere conseguenze significative per i mercati globali.

I titoli della difesa corrono a ogni escalation e ormai vengono trattati come il nuovo oro. È un trend solido destinato a durare o un riflesso eccessivo della paura?

E' altrettanto inevitabile pensare che di fronte ad una escalation militare, i titoli che riguardano il comparto difesa, non possano fare altro che salire. Tuttavia, è importante considerare che gli investimenti nella difesa sono fondamentali per garantire la sicurezza e la stabilità globale. Pertanto, potrebbe essere una tendenza destinata a durare.

Alla notizia di una possibile escalation anche il prezzo del petrolio è schizzato in alto

L’aumento dei prezzi del petrolio in risposta a una possibile escalation del conflitto in Ucraina e all’arrivo dei droni russi in Polonia è quasi interamente di natura geopolitica e speculativa, più che legata a dinamiche immediate di domanda e offerta, che in questo moomento appaiono stabili.

Se il conflitto dovesse travalicare i confini ucraini, quali asset e settori sarebbero i primi a crollare e quali, invece, potrebbero trasformarsi in rifugio?

In questo caso, i titoli rischiosi sarebbero quelli europei legati ai settori bancari, trasporti e turismo, oltre al settore industriale. Ma anche i titoli di stato dei paesi periferici dell'eurozona quali Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Infine l'Euro che potrebbe crollare contro le valute concorrenti. Tra i settori o asset da privilegiare, invece, oro, Argento, titoli di Stato Usa, dollaro e franco svizzero.

Quanto può rivelarsi pericoloso per i mercati un atteggiamento “troppo attendista” delle banche centrali, e che scenari si aspetta nei prossimi mesi?

Lo sarebbe nel caso di escalation del conflitto, ma ad oggi non mi pare le banche centrali siano state attendiste ad eccezione della Fed e della Boe. Un atteggiamento troppo attendista da parte delle prime due, potrebbe diventare un rischio serio per i mercati, soprattutto in una fase caratterizzata da inflazione ancora sopra i target, crescita economica incerta e forte volatilità geopolitica.

Ma tutto sommato, noi pensiamo che lo scenario più probabile sia comunque quello legato ad una Fed e BCE che manterranno un atteggiamento cauto ma con un taglio moderato dei tassi tra fine 2025 e inizio 2026, se i dati su inflazione e lavoro lo permetteranno. I mercati azionari saranno supportati da tassi più bassi, ma sensibili ai dati macro. Per quel che riguarda le obbligazioni, riteniamo di assistere ad un graduale calo dei rendimenti, soprattutto sui governativi.

Con una guerra che minaccia di toccare la Nato, gli investitori devono correre a rifugiarsi in oro, energia e difesa o, al contrario, la strategia migliore è mantenere sangue freddo ed evitare mosse dettate dal panico?

Difficile rispondere a queste domande, perche' siamo nell'imponderabile. Di solito, di fronte all'incertezza, ci vuole equilibrio, anche nella gestione dei portafogli.

LEGGI QUI TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA