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Economia
Accordo all'Ecofin: Unione bancaria dal 2015

Con l'accordo raggiunto all'Ecofin la notte scorsa, oltre cinque anni dopo l'esplosione della crisi finanziaria mondiale scatenata dal fallimento di Lehman Brothers, i 28 hanno delineato una riforma che e' stata definita come la piu' ambiziosa dopo la creazione della moneta unica. I capi di Stato e di governo, che si riuniscono oggi e domani per il vertice europeo, avranno cosi' la possibilita' di avallare l'avvio dell'Unione monetaria a partire dal gennaio 2015, quando anche il meccanismo unico di risoluzione, dopo quello di vigilanza affidato alla Bce, entrera' in vigore, per essere pienamente operativo un anno dopo.

Il compromesso raggiunto all'Ecofin, che il ministro Fabrizio Saccomanni, ha definito "un risultato storico", che esorcizza il pericolo di un nuovo caso Lehman, consiste da un lato in un regolamento sul meccanismo unico di risoluzione, che riguardera' tutti i paesi che partecipano al meccanismo unico di vigilanza, ovvero quelli dell'Eurozona e tutti quelli fuori dall'Euro che desiderano unirsi attraverso trattati di collaborazione, dall'altro nell'impegno, da parte dei paesi Euro, di negoziare entro il primo marzo 2014 un accordo intergovernativo sul funzionamento del fondo unico di risoluzione.

Tale accordo prevedera' il trasferimento di contributi nazionali al fondo e la progressiva mutualizzazione nell'arco di una fase transitoria di 10 anni. Inoltre, le norme sull'intervento di azionisti e obbligazionisti delle banche nel loro salvataggio (bail-in) gia' fissate nella direttiva sul salvataggio e la risoluzione saranno applicate anche all'uso del fondo unico. Il finanziamento del fondo sara' finanziato dalle banche a livello nazionale ma nel corso dei 10 anni "transitori" si accentuera' progressivamente lo scambio fra i diversi "comparti nazionali".

E' previsto anche un "backstop", ovvero un paracadute finanziario, per il fondo di risoluzione. Nel periodo iniziale il fondo sara' garantito da "finanziamenti- ponte" nazionali, coperti dalle leve bancarie o dal Meccanismo europeo di stabilita', ma saranno anche possibili prestiti fra i "comparti nazionali".

Durante questo periodo transitorio, comunque, sara' sviluppato un "paracadute comune", operativo al piu' tardi entro 10 anni. Il meccanismo unico di risoluzione garantira' che vigilanza e gestione delle crisi avvengano allo stesso livello per i paesi che condividono la vigilanza delle banche. Questo, nell'intento dei 28, serve a prevenire l'emergere di tensioni fra la vigilanza a livello europeo e i regimi nazionali di gestione delle crisi. La decisione di intervenire, su segnalazione della Bce, verra' presa da un consiglio unico di risoluzione che adottera' uno schema da applicare nell'arco di 24 ore, a meno che il Consiglio Ue (a maggioranza semplice), su proposta della Commissione, non si opponga o chieda cambiamenti.

L'accordo prevede che "i fenomeni di crisi di cui stiamo parlando siano gestiti in maniera ordinata per evitare il contagio ad altri sistemi bancari" e che "queste decisioni sulla gestione delle crisi vengano prese nell'arco delle 24 ore", ha spiegato Saccomanni, secondo cui si tratta della "creazione di strutture di mutuo soccorso, e non a caso si usa la parola mutualizzazione di strutture finanziarie, che assicura che i fenomeni di crisi siano gestiti in maniera ordinata e tale da non avere ripercussioni negative su altri sistemi bancari proteggendo i depositanti, coloro che hanno i loro risparmi investiti in istituzioni finanziarie e al tempo stesso limitando l'onere per i contribuenti delle operazioni di salvataggio". L'accelerazione sui tempi di reazione a una crisi bancaria, che potra' avvenire in 24 ore, e' stata decisa "dopo le pressioni del presidente della Bce Mario Draghi a cui ci siamo associati anche noi": l'accordo prevede che "tutte le strutture devono lavorare in un?ottica di estrema rapidita'" e "i timori sollevati da alcuni sul coinvolgimento di altre strutture e persone sono stati esorcizzati".

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ecofinbancheunione bancaria

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