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Economia
Economia e ambiente, l’Europa rivoluzionerà le nostre vite

L'Unione Europea, questa settimana, darà il via libera ad una vera e propria rivoluzione nel nostro modello di vivere, lavorare, consumare, produrre e viaggiare.

Obiettivo dichiarato è, entro il 2030, ridurre i gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990. Entro la metà di questo secolo, l'economia europea dovrà raggiungere le emissioni nette zero.

L'urgenza di agire di fronte alla crisi climatica ha portato l'Europa a porsi questi obiettivi per combattere il riscaldamento globale. Tutto ciò implica una profonda revisione degli obiettivi e delle direttive energetiche che verranno discusse in sede di Parlamento Europeo.

L'esperienza del Covid-19 ha fatto capire che bisogna prepararsi gli impatti negativi della crisi climatica, che già incombe con fenomeni meteorologici estremi quali le ondate di calore sempre più frequenti e intense in tutto il pianeta.

Tra il 1980 e il 2016, circa 2.700 persone all'anno sono morte in Europa a causa delle sole ondate di freddo e soprattutto di caldo, secondo le analisi della Commissione europea. Lo stesso rapporto indica che un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi farà salire il bilancio delle vittime a 30.000 all'anno.

La nuova strategia europea battezzata con l'espressione inglese Fit for 55 (la percentuale di riduzione delle emissioni da raggiungere nel 2030), unisce un inasprimento delle richieste interne su energia, consumi e produzione con misure per costringere i paesi terzi ad elevare i propri standard se vogliono continuare ad accedere al mercato europeo. Il mercato più grande del mondo con 405 milioni di consumatori ad alto potere d'acquisto.

Uno dei capisaldi della strategia che Bruxelles presenterà questa settimana sarà la promozione delle rinnovabili, la miglior opzione per decarbonizzare il settore elettrico e togliere ai trasporti la dipendenza dai combustibili fossili.

Bruxelles proporrà di raggiungere una quota di almeno il 40% di rinnovabili entro la fine di questo decennio.

Anche altri settori , come ad esempio il trasporto aereo, che avranno bisogno di altri modi di decarbonizzazione. Ed è qui che si comincia a parlare di idrogeno rinnovabile o verde.

Un altro attore importante nel processo di trasformazione che la Commissione vuole innescare è l'automobile. Il motore a combustione (benzina e diesel) ha i giorni contati a favore dell'auto elettrica.

Già adesso Bruxelles potrebbe fissare una data per lo stop alle vendite delle nuove autovetture a combustione. Alcune aziende europee hanno già annunciato l'intenzione di interrompere la produzione di questo tipo di auto nei prossimi anni. Ultima Volkswagen, che smetterà di vendere motori a benzina e diesel al più tardi nel 2035.

I trasporti, l'edilizia, l'agricoltura o la gestione dei rifiuti sono la fonte del 60% delle emissioni di effetto serra nell'UE, ma finora sono stati esentati da un controllo così rigoroso come le industrie pesanti o il settore dell'elettricità. L'obiettivo è costringere gli stati dell'UE a migliorare l'efficienza esponendo le aziende di questi settori a pagare multe per ogni tonnellata di emissioni che supera il livello stabilito.

La proposta non è priva di rischi politici perché il prezzo finale passerà, soprattutto, ai proprietari di veicoli e abitazioni.

La Commissione è cosciente del rischio sociale e cercherà di evitare che la nuova strategia scateni proteste su scala continentale (i gilet gialli francesi ne sono stati un avvisaglia).

La proposta sarà di creare un fondo sociale multimilionario per mitigare l'impatto nei paesi o nelle regioni con le maggiori difficoltà ad intraprendere la transizione ecologica e con aiuti per le famiglie più vulnerabili o svantaggiate. E la rivoluzione green è appena cominciata.

 

 

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