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Economia
Emergenza gas, termosifoni giù e accesi un'ora in meno. Il piano Cingolani

Gas, ipotesi riscaldamenti spenti di più in aree con clima mite

I termosifoni potrebbero essere accesi fino a due ore e a due gradi in meno soprattutto nelle aree d'Italia in cui il clima è più mite. E' una delle ipotesi allo studio del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. In questo caso si tratterebbe di un suggerimento che verrebbe dato ai cittadini.

Gas, termosifoni accesi un’ora in meno e giù di un grado: il piano risparmi di Cingolani

Temperatura giù di un grado (da 20 a 19°) e riscaldamento acceso per un'ora in meno, la sera sia nelle case che negli uffici pubblici a partire da ottobre. E' l'indicazione arrivata dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel corso del Consiglio dei ministri per fronteggiare l'emergenza gas. Il ministro ha anche spiegato che la prossima settimana sarà varato dal governo un ampio piano di sostegno per le imprese e ha sottolineato che verrà abbassato il costo dell'energia. Il piano per far fronte al caro bollette "non prevederà solo il risparmio" sul gas, con le nuove regole indicate per l'utilizzo degli impianti di riscaldamento.

Gas e caro bollette: spot per sensibilizzare gli italiani al risparmio energetico

Ci saranno anche altri canali su cui si farà leva per tentare di limitare i danni dell'emergenza gas. Arriveranno degli spot, nelle tv e nelle radio, dove si tenterà di sensibilizzare gli italiani sull'importanza del risparmio energetico, su quanto possa fare la differenza - in termini di metri cubi di gas risparmiato- non fare docce infinite o dimenticare la luce accesa. Su quanto si possa sforbiciare la bolletta con dei piccoli accorgimenti, come spegnere la tv anziché lasciarla in stand-by o acquistare lampadine alogene.

Gas e caro bollette: no alle scuole chiuse di sabato

E quando, nel corso della riunione, qualcuno chiede chiarimenti sulle scuole -perché l'ipotesi accarezzata dai dirigenti scolastici di tornare alla Dad o di ridurre la settimana in aula per favorire il risparmio energetico è stata cavalcata in campagna elettorale - la presa di posizione del governo è netta: non se ne parla. "Non scherziamo", sbotta Cingolani; "le scuole non si toccano, i ragazzi hanno già pagato sulla loro pelle la pandemia...", il ragionamento che alcune fonti presenti alla riunione attribuiscono al premier Mario Draghi, raccontano all'Adnkronos.

Gas e caro bollette: due pacchetti di prezzi calmierati per le imprese

Sul fronte imprese, Cingolani avrebbe confermato che arriveranno due pacchetti di prezzi calmierati per le energivore e le gasivore, si farà leva sulla produzione interna di energia per aiutare chi in queste ore minaccia di chiudere i battenti. Al momento, avrebbe inoltre chiarito il responsabile del Mite, non è previsto alcun razionamento dei consumi industriali: a tanto si arriverà -ma su base volontaria con il servizio di interrompibilità- solo se la situazione dovesse precipitare, ovvero se Mosca dovesse chiudere i rubinetti.

Gas e caro bollette: meno dipendenza dalla Russia, ma incognita rigassificatore Piombino

Cingolani ha ricordato che lunedì prossimo volerà a Bruxelles -dove il 9 è convocata la riunione straordinaria del Consiglio Ue dei ministri dell'Energia- e ha assicurato che l'Italia è pronta a battagliare per il tetto al prezzo del gas, rimarcando che dalla Germania sono arrivate aperture sul price cap. Soprattutto il responsabile del Mite ha ricordato ai colleghi che l'Italia ha fatto i compiti a casa, i numeri del governo parlano chiaro: la dipendenza dal gas di Mosca è stata sforbiciata dal 40 al 18%, il livello di riempimento degli stoccaggi ha superato l'81%. Ma c'è l'incognita rigassificatore a preoccupare Cingolani , cruccio anche per il presidente del Consiglio: se a Piombino non verrà realizzato, c'è il "rischio concreto di andare in emergenza nel marzo 2023", avrebbe messo in guardia il titolare del Mite. Il piano verrà inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre, termine indicato perentoriamente dall'Europa. Su quelle pagine -che Cingolani dovrebbe presentare alla stampa a stretto giro - sono tracciati tutti gli scenari, dagli attuali a quelli a tinte più fosche, ovvero se la Russia dovesse optare per una linea ancor più dura e fermare i rifornimenti di gas. In tal caso, per le imprese non dovrebbe essere chiesto il razionamento, ma l'attivazione del servizio di interrompibilità su base volontaria, lasciando alle imprese la possibilità di decidere.

Granarolo-Lactalis: rischio latte a 2 euro al litro

L'aumento dei costi energetici fa scattare l'allarme latte: il prezzo potrebbe superare i due euro al litro secondo Granarolo e Lactalis che, in un comunicato congiunto, mettono all'attenzione del governo "la forte preoccupazione per un'inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l'agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di persone che compongono la filiera".

Energia: da price cap a tassa profitti, ipotesi Ue

Tutto e' sul tavolo: dal tetto al prezzo del gas, alla tassazione degli extraprofitti delle aziende che forniscono energia, ai piani di razionamento dell'elettricità. La Commissione europea non esclude alcun scenario per fare fronte all'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia che rischia di mettere in ginocchio l'economia del Continente gia' provata dalla guerra in Ucraina. L'appuntamento cruciale e' il discorso sullo Stato dell'Unione che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, pronuncera' alla plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles il 14 settembre. In quell'occasione ci si aspetta che fornira' qualche dettaglio almeno sulle "misure di emergenza" che si dovranno prendere per placare l'aumento delle bollette nelle prossime settimane. La riunione straordinaria dei ministri dell'Energia, calendarizzata per il 9 settembre, sara' il momento per fare un primo punto. In particolare, spiegano fonti dell'esecutivo di Bruxelles, la Commissione vuole avere un confronto con gli Stati per capire non solo le loro posizioni ma anche le iniziative che stanno gia' intraprendendo e vedere quali estendere a livello comunitario. Intanto si lavora su due piani: uno immediato, per rispondere all'emergenza in poche settimane, e uno piu' strutturale che riguardera' la riforma del mercato dell'elettricita', che si sviluppera' a inizio 2023. Le ipotesi per l'intervento emergenziale riguardano in particolare la tassazione sugli extraprofitti dei fornitori di energia elettrica. Attualmente il mercato elettrico si basa sul prezzo marginale, ossia tutta l'energia fornita viene venduta al prezzo della fonte piu' costosa da cui e' prodotta, in questo momento il gas. Quindi le aziende vendono a quasi 300 euro a megawattora anche l'energia delle rinnovabili che costa anche dieci volte meno. La stessa von der Leyen ha ammesso che "il mercato attuale non e' piu' funzionale perche' manipolato da Putin".

"Il meccanismo era stato pensato per favorire le rinnovabili e permettere loro, con i guadagni, gli investimenti di lungo termine. Finora ha funzionato ma nella situazione attuale questi guadagni sono oltre ogni logica", spiega una fonte Ue. La tassazione sugli extra profitti permetterebbe di riequilibrare i prezzi a favore di famiglie e imprese. Iniziativa che l'Italia - insieme a pochi altri Paesi - ha gia' preso. "Se necessario potra' essere esteso a livello europeo", spiegano a Bruxelles. E' piu' difficile invece trovare la quadra sul tetto al prezzo del gas. Bisogna stabilire quale tetto e su quale fonte. C'e' chi lo vorrebbe solo per la fornitura via gasdotto e quindi per il gas russo, come forma di sanzione. "Bisogna assumersi il rischio di vedersi respinto da Gazprom il tetto di prezzo proposto e quindi fare a meno di quella fornitura. Inoltre per la sanzione serve l'unanimita'", spiegano a Bruxelles. Considerato che l'Ungheria ha appena firmato un nuovo contratto con Gazprom, e' da escludere che al Consiglio possa avallare un'azione simile. L'altra soluzione sarebbe quella di proporre un prezzo uguale a tutti i fornitori, anche quelli extra-russi, che pero' sia accettabile. Ma anche in questo caso vi e' il rischio di restare a secco e che i fornitori, in particolare quelli del Gnl, virino verso mercati piu' redditizi. L'ipotesi iberica, dove e' lo Stato a rimborsare la differenza tra il prezzo di mercato e il massimale fissato dal governo, non convince i ventisette perche' comporta un esborso eccessivo per le finanze pubbliche (per la Spagna e' di 9 miliardi). Il tema sara' al centro della riunione del 9 settembre. Da non sottovalutare, infine, il ruolo che avranno le iniziative sulla domanda. "Se non possiamo intervenire sull'offerta, possiamo sicuramente fare qualcosa sulla domanda", sostiene la Commissione europea. Per questo sono allo studio piani per il risparmio. Non solo quello del gas, che prevede un taglio dei consumi del 15% dal primo agosto al 31 agosto (gli Stati presenterranno il primo rapporto il 15 ottobre), ma uno simile anche per l'elettricita'. Quest'inverno non si abbassera' solo il riscaldamento di qualche grado ma si spegnera' anche qualche luce in piu'.

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