Economia

Eni-Nigeria, la causa la vincono gli avvocati difensori. Parcelle di 40 mln

Il conto delle spese legali sostenuto dal colosso energetico per la tutela di Descalzi e Scaroni è da record. Il dettaglio delle fatture "monstre"

Eni-Nigeria, le fatture milionarie. Ecco chi ha guadagneto di più

L'assoluzione al processo Eni-Nigeria è costata cara al colosso petrolifero. Sono emersi i conti della causa per corruzione intentata e le cifre sono veramente da record. Non soltanto - si legge sul Fatto Quotidiano - perché ha versato 1,3 miliardi di dollari nel 2010 per ottenere la licenza d’esplorazione di un immenso campo petrolifero, Opl 245, senza aver potuto estrarre neppure una goccia di petrolio, anzi, senza nemmeno poter iniziare le ricerche: il governo nigeriano ha bloccato tutto, ritenendo che i soldi di Eni (in alleanza con Shell) fossero andati dispersi, incassati non dallo Stato ma da ex ministri e politici nigeriani e mediatori internazionali. Il 26 maggio riprenderà l’arbitrato chiesto da Eni. Dal punto di vista penale, la vicenda si è chiusa con una assoluzione generale. Ma ora trapela il conto delle spese legalioltre 40 milioni di euro – sostenute dalla compagnia petrolifera per difendere la società e i suoi manager (tra cui l’amministratore delegato Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni) accusati di corruzione internazionale dalla Procura di Milano.

A documentarlo - prosegue il Fatto - è un report di Kpmg. Per valutare il danno subito, Eni ha dato mandato alla società di consulenza Kpmg di certificare quanto è stato speso dalla compagnia nella causa penale Eni-Nigeria. E Kpmg risponde: un totale di 40.465.223 euro, Iva esclusa, di cui 31.389.016 euro per gli avvocati difensori, 8.705.689 euro per i consulenti tecnici legali e 370.518 euro per altre consulenze commissionate dal consiglio d'amministrazione e dal collegio sindacale della compagnia petrolifera. Il documento Kpmg compila la hit parade dei compensi milionari andati agli avvocati. La prima posizione è dell’avvocato Nerio Diodà, difensore della società Eni, che con 35 fatture si aggiudica 6.612.718,22 euro. Sul podio anche lo studio dell'ex ministra Paola Severino, o, che ha difeso Descalzi: 31 fatture, 5.357.044,71 euro.