Eni, consenso bulgaro per Marcegaglia. Bocciata la norma sull'onorabilità
Consenso bulgaro per Emma Marcegaglia nominata dall'assemblea dell'Eni nuovo presidente. L'ex numero uno della Confindustria ha ricevuto il 98% dei voti dei soci presenti in assemblea, mentre Claudio Descalzi (nella foto sotto), ex numero uno della divisione Exploration&Production del Cane a sei zampe ora promosso ad amministratore delegato ha ricevuto poco meno del 60% dei consensi. Marcegaglia e Descalzi erano i nomi proposti dal Tesoro, azionista di maggioranza relativa del colosso petrolifero, per rimpiazzare l'ex amministratore delegato Paolo Scaroni che ha lasciato l'Eni dopo 3 mandati e Giuseppe Recchi, ex presidente approdato ora a Telecom Italia.
"A conclusione del triennio consegniamo ai nostri azionisti un'azienda sempre più focalizzata nell'upstream, con eccellenti prospettive di redditività e di generazione di cassa grazie ad un portafoglio di progetti e riserve tale da consentire anche opzioni di monetizzazione anticipata e con una chiara strategia di ristrutturazione dei business mid e downstream", hanno scritto Scaroni e Recchi nella lettera agli azionisti.

"Dal punto di vista patrimoniale la società è più forte con debiti netti dimezzati rispetto a tre anni fa", hanno sottolineato poi. Infine, piccola rivincita per Scaroni visto che i fondi d'investimento internazionali hanno bocciato la norma che prevede requisiti di onorabilità più stringenti per i consiglieri proposti dal Tesoro, norma voluta dal governo Renzi e sui cui anche il Wall Street Journal si era espresso in maniera contraria. Secondo molti investitori Big Corp come l'Eni hanno infatti bisogno di garantire la maggiore stabilità possibile nell'operato dei manager. E così, l'assemblea di Eni non ha raggiunto il quorum dei 2/3 dei presenti per dare il via libera alla norma.