Eni/ Applausi per Paolo Scaroni alla festa del Fatto

Alla fine c’è stato anche chi gli ha chiesto l’autografo e visto che si parla della festa del Fatto quotidiano e il personaggio in questione è Paolo Scaroni, amministratore dell’Eni, un’accoglienza simile non era certo scontata, anzi. Ma andiamo con ordine. Nel parco della Versiliana, a Marina di Pietrasanta, mentre domenica si andava a chiudere la festa del Fatto quotidiano, andava in scena l’intervista che non ti aspetti: Paolo Scaroni, uno dei manager più potenti d’Italia che si getta sua sponte nelle grinfie di due giornalisti tutt’altro che morbidi come Antonio Padellaro e Stefano Feltri. Si annunciava come la pecora nella tana del lupo e il pubblico che ha riempito per oltre metà le mille sedie dell’arena, incurante delle incombenti e minacciose nuvole nere, sembrava proprio pregustare il sanguinoso sacrificio dell’amministratore delegato della più grande azienda italiana.

E’ finita con l’applauso di quello stesso pubblico, una sorta di “onore delle armi”, i mormorii d’apprezzamento dei giornalisti (tanti) presenti sotto il palco e uno Scaroni che certo non ha conquistato i cuori dei lettori del Fatto ma il loro rispetto quello sì. Rispetto perché l’AD di Eni non si è sottratto a nessuna domanda, neanche la più urticante, che Padellaro e Feltri non hanno certo lesinato. D’altronde la scelta de Il Fatto di aprire le porte della sua festa a manager e politici che normalmente finiscono sulla graticola sulle pagine del giornale, ha provocato più di qualche mal di pancia nella comunità dei lettori. Nessuno sconto o morbidezza era quindi permessa durante le interviste e così è stato. Il risultato è stato un confronto aperto e trasparente, una bella prova di giornalismo.
Giornalismo che ha chiesto senza timori reverenziali e al quale Scaroni ha risposto: qualche volta ha un po’ dribblato, altre volte ha calciato con decisione, sino ad alzarsi in piedi e avvicinarsi al boccascena del palco per rispondere alle domande del pubblico. Un colpo di teatro che è piaciuto parecchio e che gli ha permesso di incassare domande decisamente “facili”, in un’arena dove ancora risuonavano le bordate che erano state riservate invece a Giancarlo Galan che, con altri ospiti, aveva preceduto Scaroni sul palco.
Ma tutto questo non risponde a una domanda: che ci faceva l’AD di Eni alla festa del Fatto? Operazione di comunicazione? Allaccio di un dialogo con altre “parti politiche”? Forse un po’ tutte e due le cose e forse anche la voglia di ripulire, mettendoci la faccia, da qualche schizzo di fango di troppo l’immagine del suo gruppo. Sia quel che sia, va dato atto a Paolo Scaroni di aver fatto una cosa di straordinaria normalità: accettare il confronto e rispondere alle domande dei giornalisti. Dovrebbe essere normale in una democrazia, soprattutto quando si parla dell’amministratore delegato della più importante azienda nazionale ma che in Italia rimane purtroppo nell’ambito della straordinarietà. Poi, certo, se Scaroni, puntasse al quarto mandato, eventi come questo tutto gli possono fare tranne che male.