Eni, Scaroni in aiuto dell'Ucraina. Test per la politica energetica Ue
Secondo il New York Times, Paolo Scaroni si sta muovendo all’interno di una situazione delicata. Nonostante i consolidati rapporti con Gazprom, il maggiore fornitore di gas russo all’Europa, è disposto a rischiare di irritare Mosca per andare incontro all’Ucraina.
Scaroni ha recentemente incontrato a Kiev il ministro dell’energia ucraino Yuri Pradoan per parlare di come ridurre la dipendenza del Paese da Gazprom, in modo da allentare la morsa russa. Nel breve termine, spiega Scaroni al New York Times, Eni potrebbe convogliare gas addizionale verso l’Ucraina attraverso i paesi limitrofi. Una possibilità, scrive il giornale, potrebbe essere la Slovacchia, che ha recentemente approvato il passaggio di tali flussi. “Non saranno quantità ingenti”, precisa Scaroni in seguito all’incontro, “ma ogni metro cubo aiuta”.
Le grandi compagnie occidentali, come BP ed Exxon Mobile, hanno importanti interessi in Russia e temono che questi possano essere messi a rischio se gli Stati Uniti e l’Unione Europea imponessero sanzioni più restrittive alla Russia di Putin. Eni, invece, ha focalizzato le proprie attività E&P prevalentemente in Africa. La principale attività in Russia è l’acquisto di gas da commercializzare, business che è diventato meno profittevole negli ultimi anni con la caduta dei prezzi del gas. Ecco, forse, la ragione per la quale Eni può rischiare di irritare Gazprom stringendo accordi paralleli con l’Ucraina.
Nel contesto delle rassicurazioni di Gazprom sulla stabilità delle forniture di gas all’Unione Europea, Paolo Scaroni avverte che la situazione è delicata: “Questo è di gran lunga il periodo più complesso per la sicurezza energetica europea che io abbia mai vissuto. Siamo in una situazione che potrebbe, potenzialmente, portare al fermo delle forniture russe”.
La Slovacchia, secondo un accordo con l’Unione Europea annunciato domenica, riabiliterà una vecchia pipeline inutilizzata per effettuare il cosiddetto reverse-flow, inviando il gas da occidente a oriente. La Slovacchia è una possibile rotta per Eni, che sta studiando il tema reverse flow su richiesta del Governo ucraino. L’obiettivo, secondo il giornale, sarebbe quello di fornire gas all’Ucraina per oltre tre miliardi di metri cubi all’anno entro l’inizio della stagione autunnale, incrementando il flusso a 10 miliardi di metri cubi annuali entro la prossima primavera (lo scorso anno l’Ucraina ha importato complessivamente circa 30 miliardi di metri cubi di gas).
Paolo Scaroni è tra i manager di aziende energetiche europee ad aver allertato l’America e l’UE sulle conseguenze che sanzioni più dure potrebbero avere sul mercato dell’energia in Europa. Parte di questo messaggio è che, anche se la domanda di gas in Europa è debole a causa della scarsa crescita economica, le importazioni di gas dalla Russia sono cresciute del 16% lo scorso anno, mentre il contributo di altre fonti, incluse Norvegia e Algeria, è diminuito. L’Europa, ha avvertito Paolo Scaroni, non è pronta a fare a meno del gas russo. Per Scaroni, la crisi ucraina è un test della capacità dell’Unione Europea di elaborare una politica energetica coerente.”L’Unione Europea non può volere una cosa, e al contempo il suo contrario. Ci deve essere una coerenza tra quello che dicono e quello che fanno”.