Eni, lavoratori in sciopero il 29 luglio. I sindacati chiamano Renzi
Dopo l'annuncio shock di Eni di mettere in discussione l'impianto strategico dell'industria chimica e della raffinazione in Italia, i sindacati chiedono un immediato incontro a Renzi. Martedì 29 luglio sarà sciopero per l'intera giornata dei lavoratori di tutte le aziende del gruppo Eni (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore – da definire a livello locale - di tutti gli impianti di raffinazione sul territorio nazionale.
Nella stessa giornata dello sciopero prevista una manifestazione nazionale a Roma (ore 15,00) davanti Montecitorio. Sono queste le decisioni del coordinamento nazionale unitario Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil del gruppo Eni, riguardanti oltre 30.000 i lavoratori interessati dall'astensione dal lavoro. Il “pomo dell a discordia” è la profonda crisi in atto nel sistema della raffinazione italiana, culminata con la chiusura di tre raffinerie, oltre alla drammatica situazione di Gela, dove rischiano il lavoro più di 3500 persone tra dipendenti diretti e indotto.
“Le conseguenze delle fermate dei siti di Gela e Porto Marghera -afferma Rosalba Cicero Segretario Generale Filctem Lombardia- a cascata possono penalizzare il tessuto produttivo della chimica italiana al quale è vincolato il futuro del sito di Mantova.”