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Economia
Eni chiede più gas a Gazprom, il gigante russo rifiuta e taglia ancora

Eni: ulteriore taglio delle forniture del gas

Nuovo stop alle forniture di gas da parte di Gazprom verso l’Italia. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, l’Eni avrebbe chiesto una quantità maggiore di gas rispetto a ieri (circa il 44%), quando la fornitura era stata tagliata del 15%. Secco il “niet” di Gazprom, che ha invece annunciato che sarà consegnato solo il 65% delle forniture richieste, cioè poco più di quanto erogato ieri. D’altronde, la notizia del taglio delle forniture alla Germania per un complessivo -60% non fa ben sperare.

La conferma di Eni

Contattata da Affaritaliani.it, la società energetica ha rilasciato una dichiarazione ufficiale tramite un portavoce. “A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni superiore di circa il 44% rispetto a quella avanzata ieri (incremento dovuto al recupero delle quantità non ricevute e alle normali dinamiche commerciali), Gazprom ha comunicato che sarà consegnato solo il 65% delle forniture richieste (le quantità consegnate saranno quindi di poco superiori rispetto a ieri e si attesteranno ad un livello assoluto di circa 32 milioni di metri cubi/giorno). Gazprom ha spiegato che la mancata consegna dipende dai problemi alla centrale di Portovaya che alimenta il gasdotto Nord Stream attraverso il quale Gazprom trasporta una parte dei volumi destinati ad Eni”. Confermato dunque lo scoop di Affari

Cingolani, situazione sotto controllo, danno limitato

"La situazione è sotto controllo, stiamo monitorando da ieri giorno e notte i flussi, il danno è limitato". Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al Forum pa, in merito alla riduzione delle forniture di gas dalla Russia. "Da ieri Gazprom ha annunciato una restrizione dei flussi attraverso i quali importiamo gas, circa 10% del flusso, sta di fatto che c'è meno gas che stiamo ricevendo e questo impatta non tanto la capacità quotidiana quanto i nostri stoccaggi". E' chiaro che le motivazioni possono essere diverse, ossia mancanza di pezzi di ricambio per via delle sanzioni che gli impediscono di funzionare a pieno regime, ma possono essere anche motivazioni di pressione politica, oggi abbiamo il premier a Kiev, potrebbe anche essere anche una manifestazione di rappresaglia". 

"Stiamo monitorando da ieri giorno e notte i flussi - ha spiegato Cingolani - se dovesse trattarsi di una cosa contingente, uno o due giorni rientra, se dovesse diventare nei prossimi giorni una diminuzione stabile, per metà prossima settimana abbiamo tutti gli operatori pronti a intervenire, abbiamo il nostro piano di emergenza anche con eventuali operazioni di risparmio. Stiamo valutando tutto quanto. Al momento la situazione è sotto controllo, il danno è limitato e in questa fase compensabile". "Oggi abbiamo gli stoccaggi, comprese le riserve, intorno al 54% e dobbiamo arrivare al 90% - ha aggiunto il ministro - sono in corso delle operazioni per accelerare. Al momento, al di là di monitorare, non c'è molto da fare".

Vola il prezzo del gas

Non si ferma la corsa del gas sui mercati europei: ad Amsterdam, listino di riferimento per il Vecchio continente, il metano sale del 18% a 142 euro al Megawattora. Nelle ultime tre sedute il prezzo del gas è cresciuto di quasi il 70%. Eni cade in Borsa. In una giornata difficile per Piazza Affari, il cane a sei zampe lascia sul campo oltre il 4,5%.

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