Manovra da 10 mld in autunno. Nuove tasse su benzina e bolli
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Le parole di Jean-Claude Juncker, neo-presidente della Commissione europea ("Sono allergico a deficit e debito"), hanno messo in allarme Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia. Al di là delle dichiarazioni di facciata ("Nessuna manovra correttiva"), Renzi e Padoan cominciano seriamente a pensare che a settembre un intervento straordinario sarà necessario. Se non addirittura obbligato. La crescita anche nel secondo trimestre di quest'anno rischia di essere negativa o al massimo pari a zero e quindi le stime di inizio anno quasi certamente risulteranno sbagliate. Che fare? C'è la cassa integrazione in deroga da finanziarie, l'emergenza migranti che costa e la seconda parte del bonus da 80 euro da finanziare. Una bella gatta da pelare per l'esecutivo. Il dialogo in Europa per una maggiore flessibilità non sembra aver portato i frutti sperati e così si parla sempre più insistentemente di una manovra aggiuntiva da 10 miliardi di euro. Tagli alla spesa militare, alla scuola, alla sanità e agli enti locali nel mirino. Ma non sarebbero sufficienti. A settembre, quindi, non è esclusa un'azione anche sul lato delle entrate tributarie. E l'ipotesi circolata nelle ultime ore è quella di un incremento delle accise sui carburanti e un aumento sui vari bolli emessi dallo Stato. Allo studio anche un ulteriore intervento sulle sigarette. L'unica speranza per evitare questo scenario è che il premier convinca l'Europa a chiudere un occhio. Ma le parole della Cdu tedesca e soprattutto di Juncker non fanno ben sperare. Per niente.