Etruria/ Caccia al cavaliere bianco: in pole position la superpopolare Bpm-Bper
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Giusto il tempo di far ripartire i ricavi e, al termine dei canonici 12 mesi del commissariamento, è pronto il cavaliere bianco per salvare la Popolare dell'Etruria nel cui board fino a mercoledì sedeva, come vice presidente, il padre (Pier Luigi) del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Il volto del cavaliere bianco che di fatto darà il via anche al super risiko delle Popolari innescato dall'abolizione del voto capitario da parte del governo Renzi è, secondo quanto si vocifera in ambienti finanziari, quello del polo aggregante Bpm-Bper, una fusione che il mercato caldeggia da anni e che il banchiere Roberto Mazzotta, ex presidente di Bpm, si è visto bocciare in passato in Zona Cesarini dopo aver pazientemente preparato il matrimonio con i vertici emiliani.
Secondo rumors raccolti da Affaritaliani.it, i contatti fra Bpm e la Popolare dell'Emilia Romagna sono già a buon punto. Quanto meno i top manager dei due istituti sono d'accordo sulla road map e cioè una fusione a inizio 2016 per poi procedere con un ulteriore step a fine anno configurando quel progetto di Superpopolare tanto caro a Mazzotta (ora in servizio nella galassia Intesa-Sanpaolo) con l'ulteriore aggregazione della Popolare dell'Etruria risanata dai commissari o di Carige ripatrimonializzata dopo l'aumento di capitale recentemente lievitato a 700 milioni di euro. Sul mercato, per la fase due, si è fatto anche il nome del Montepaschi, anche se è più ragionevole credere che il gruppo guidato da Fabrizio Viola finisca in sposa con l'Ubi di Victor Massiah.
"Il governo su proposta di Banca d'Italia ha commissariato Banca Etruria. Smetteranno di dire che ci sono privilegi? Dura lex, sed lex", è stato il testo di un tweet diffuso sul proprio profilo twitter dalla Boschi con cui il ministro ha stoppato le polemiche sul caso, finito anche sotto la lente della Consob per gli anomali movimenti sul titolo in borsa. In realtà, i commissari ad Arezzo erano attesi da un pezzo, da quando cioè BankItalia ha bocciato lo scorso anno l'operazione di sostegno ai ricavi con l'abnorme trading sui titoli di Stato fatto dalla banca per mascherare il progressivo deterioramento del portafoglio crediti.
L'attivo della Popolare dell'Etruria infatti, ha cominciato a peggiorare subito dopo il sopraggiungere della recessione: i crediti malati sono passati da 1 miliardo del 2011 a 1,4 miliardi del 2012 per salire infine a 1,6 miliardi già nel 2013. Pessima qualità che la banca ha compensato con un'incetta senza precedenti di titoli di Stato: ben 7 miliardi che Via Nazionale ha obbligato poi a ridurre a 5. Poi le avances della Popolare di Vicenza di Giovanni Zonin per un matrimonio caldeggiato da Banca d'Italia. Un'offerta da un euro ad azione rispedita lo scorso anno al mittente. Ora la strada delle nozze non è più evitabile e dovrebbe prendere la via della Madonnina.