Facebook accusato di favorire fake news: nel trimestre l'utile balza del 17% - Affaritaliani.it

Economia

Facebook accusato di favorire fake news: nel trimestre l'utile balza del 17%

Diffusione di fake news, odio in rete e allarmi ignorati: Zuckerberg rischia la crisi peggiore. Nel terzo trimestre ricavi sotto le attese, crescono gli utenti

Facebook papers, per  Zuckerberg la crisi peggiore. Ma nel terzo trimestre utile su del 17%, in rialzo anche gli utenti 

Allarmi ignorati, diffusione di fake news e odio in rete: il colosso tecnologico guidato da Mark Zuckerberg rischia di essere travolto dalla crisi peggiore di sempre. Non è bastata la rivelazione di Frances Haugen, ex ingegnere informatico addetta ai dati di Facebook, che ha denunciato la società di Zuckerberg di aver allentato gli algoritmi di censura, ora i Facebook Papers aprono la strada a un futuro duro e incerto per il colosso high tech, mirandone sicurezza e reputazione. 

Le diecimila pagine di documenti interni alla società, passate al setaccio da diciasette media, offrono uno spaccato reale della gestione del colosso, dove profitti e crescita sono favoriti rispetto a tutto il resto, anche sulla sicurezza. Proprio per non pesare sui conti Zuckerberg, campione della libertà di espressione negli Stati Uniti, si è piegato alla richiesta del partito comunista vietnamita di censurare i post anti-governativi. Non farlo avrebbe esposto Facebook al rischio di finire offline nel paese dove, secondo alcune stime, realizza un miliardo di ricavi l'anno. E sempre su Zuckerberg ricadrebbe la responsabilità di diverse decisioni sui post su politici e celebrità. I documenti rivelano interferenze dei manager per consentire ai vip di postare qualsiasi cosa a prescindere da eventuali violazioni delle regole.

"In molti casi la decisione sul mancato rispetto delle norme" da parte di persone di alto profilo "è stata presa da manager e in alcuni casi da Zuckerberg", ha denunciato un dipendente. Accuse pesanti per il 37enne amministratore delegato e fondatore di Facebook, un gigante controllato da Zuckerberg che è anche presidente del consiglio di amministrazione oltre a detenere il 58% delle azioni con diritto di voto, con le quali il suo potere è praticamente senza limiti nella socità ma anche di fronte al board. Una posizione quindi di estrema forza che lo espone ora a dure polemiche. "Invece di cambiare nome, Facebook dovrebbe cambiare amministratore delegato", affermano alcuni critici riferendosi all'atteso cambio della denominazione e del logo del social per riflettere meglio il metaverso.

Ma oltre a gettare un'ombra su Zuckerberg direttamente, i documenti sollevano dubbi sul ruolo di Facebook nella disinformazione e ai problemi legati ai discorsi d'odio e alla disinformazione, alla quale, rivelano i file, contribuiscono proprio i prodotti creati da Facebook e le sue politiche. La lotta alla cattiva o falsa informazione, hanno denunciato ancora i dipendenti, è minata dalle considerazioni politiche.

Nonostante ciò, la trimestrale del colosso tecnologico chiude i conti in positivo: l'utile netto è cresciuto del 17% a 9,194 miliardi di dollari. Il numero giornaliero di utenti attivi è stato di 1,93 miliardi, pari alle attese, quello mensile è stato di 2,91 miliardi, in rialzo del 6% rispetto a un anno prima, contro attese per 2,93 miliardi. I ricavi medi per utente sono stati pari a 10 dollari, contro i 10,15 dollari attesi dagli esperti. Nel quarto trimestre, previsti ricavi in crescita del 37%. 

Dopo aver chiuso in rialzo dell'1,26%, ieri, il titolo di Facebook guadagnava circa lo 0,6% nell'afterhours, subito dopo i conti. Mentre nella giornata di venerdì il titolo aveva perso il 5%, interrompendo una serie di quattro sedute positive consecutive. L'inizio di settimana è stato segnato dalla nuove accuse di favoreggiamento della diffusione di odio e fake news.  "Le critiche in buona fede ci aiutano a migliorare ma penso che stiamo vedendo uno sforzo coordinato per usare selettivamente documenti trapelati per dipingere una falsa immagine della nostra compagnia", ha detto il patron di Facebook in risposta alla diffusione degli ultimi documenti interni. "La realtà è che abbiamo una cultura aperta che incoraggia la discussione e la ricerca sul nostro lavoro, in modo che possiamo fare progressi su molte questioni complesse che non sono specifiche solo per noi", ha concluso il numero uno di Facebook. 

 

IL COMMENTO DI FACEBOOK SU QUESTO ARTICOLO:

“Al centro di queste storie c'è una premessa che è falsa. Sì, siamo un'azienda e facciamo profitti, ma l'idea che lo facciamo a spese della sicurezza o del benessere delle persone ignora dove siano i nostri interessi commerciali. La verità è che quest'anno siamo prossimi a spendere più di 5 miliardi di dollari solo per la sicurezza e abbiamo più di 40.000 persone dedicate ad un lavoro solo: tenere le persone al sicuro su Facebook", recita una nota della piattaforma da Mark Zuckenberg.