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Economia
Fca-Gedi, scusate mi sono sbagliato. L' Orlando incalzato fa dietrofront

Chi chiede aiuti allo Stato riporti in Italia la sede fiscale”, aveva tuonato con un tweet la scorsa settimana l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando aprendo il dibattito politico sulla richiesta da parte di Fca delle garanzie pubbliche per un prestito bancario da 6,3 miliardi.  Intervistato e stanato da Repubblica sul tema però il Dem fa clamorosamente marcia indietro.

“Tra le garanzie deve esserci anche il ritorno in Italia della sede fiscale della capogruppo Fca?”, gli viene chiesto. E Orlando svia: “La questione della sede ne solleva una più generale: evitare che risorse pubbliche siano utilizzate per operazioni diverse dal rilancio industriale del nostro Paese”.

Quindi incalzato (“Per lei il ritorno della sede in Italia non è una condizione in senso stretto?”), ridimensiona l’intemerata della scorsa settimana. “Credo sia un obiettivo, le condizioni sono la difesa occupazionale e degli insediamenti industriali. In passato ci sono state aziende che hanno preso contributi pubblici e poi hanno demoralizzato. Non deve accadere. Sono già arrivate delle risposte con emendamenti al decreto approvati in commissione e anche il ministro si muove in questa direzione”. 

Insomma, dal fare le valige da Londra per riportare la sede fiscale come prerequisito alla concessione degli aiuti statali all’obiettivo, pure di lungo periodo. Sulla visione centri di potere e gruppi editoriali lavorino alla caduta del governo Conte, Orlando ha specificato di non aver inteso nello specifico “nè Repubblica né il gruppo Gedi. Il problema è di carattere generale”. “La questione è semplice”, dice.

“Aumenta il ruolo dello Stato, il governo è chiamato a scelte strutturali che avranno impatto sul lungo periodo e quindi aumenteranno le pressioni legittime per orientare queste scelte. Nulla di strano, ma è chiaro che il governo è esposto a rischi perché in Italia c’è un legame tra informazione e interessifinanziari più stretto che in altri Paesi. Un tema che non esisteva solo ai tempi di Berlusconi”, ha concluso il Dem. 

Insomma, nasce tutto da Fca che chiede la garanzia allo Stato sul 70% di 6,3 miliardi di euro. Fca è controllata da Exor che controlla anche l’impero editoriale Gedi che spazia dalle nazionali Repubblica-Stampa-Il Secolo-L’Espresso fino ai quotidiani locali e alle radio e oltreconfine, all’Economist. Ma, stanato, cuor di leone Orlando fa sapere che non si riferiva al gruppo degli Agnelli. E' il caso politico-economico del momento, il Berlusconi, citato esplicatamente dal Dem, ormai controlla una manciata di voti. Però Orlando non si riferiva all'impero editoriale di Exor. Sarà. 

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