Economia
Fed, Powell accontenta a metà Trump. Taglio light dello 0,25%
Ecco perché la banca centrale Usa è diventata nuovamente "colomba" tagliando i tassi d'interesse
Alla fine, dopo un pressing irrituale fatto a colpi di tweet e dichiarazioni, Donald Trump porta a casa l’inversione della politica monetaria da parte della Federal Reserve, anche per sostenere la sua aggressiva politica commerciale nei confronti di Cina ed Europa. Jerome Powell (che The Donald ha più volte definito il traditore, nominato dallo stesso tycoon e dal quale Trump si aspettava lealtà nel seguire le direttive della Casa Bianca) ha tagliato i tassi d’interesse americani di 25 punti base, la prima riduzione del costo del denaro (decisione non all'unanimità: favorevoli alla diminuzione 8 governatori su 10) dal dicembre del 2008, quando fu portato al minimo storico dello 0-0,25%. Una sforbiciata “preventiva” perché rispetto ad allora, quando l'economia statunitense era nel pieno della Grande Recessione, il quadro è decisamente diverso.
Gli Stati Uniti sono entrati nell'undicesimo anno di espansione economica (un record), vantano un tasso di disoccupazione a livelli bassi quasi mai visti (al 3,7%) e l'azionario americano viaggia non lontano dai massimi storici. Eppure la banca centrale americana è diventata formalmente "colomba" dopo avere adottato lo scorso gennaio un approccio decisamente più prudente rispetto a quello sposato nel 2018, quando aveva alzato i tassi quattro volte (l'ultima a dicembre, al 2,25-2,5%).
Il cambio di rotta della Fed sta nel fatto che "è meglio agire preventivamente invece di aspettare che il quadro economico peggiori sempre di più". E in effetti la prima lettura del Pil Usa del secondo trimestre fotografa un'espansione in rallentamento, al 2,1% dopo il +3,1% di gennaio-marzo. E per i prossimi mesi la banca centrale Usa ha ribadito di aspettarsi che negli Stati Uniti l'espansione "sostenuta" dell'attivita' economica continui con condizioni del mercato del lavoro "forti" e un'inflazione "vicina" al target pari a una crescita annuale del 2% ma "le incertezze per questo outlook restano". Il "tasso moderato", ossia meno del "tasso solido" fotografato al termine della riunione di maggio, di crescita dell'attività economica giustifica quindi l'inversione sui tassi.
Ma si tratta di un taglio della discordia che spacca gli analisti e alimenta i timori che l'azione della banca centrale sia solo per accontentare le richieste a gran voce del numero uno della Casa Bianca.

"Vorrei un sostanzioso taglio dei tassi", aveva insistito ancora una volta ieri il presidente americano, definendosi "deluso" dalla Fed. "Mi hanno messo in una posizione di svantaggio. Obama aveva tassi zero", aveva spiegato The Donald, che molto probabilmente non riterrà sufficiente il taglio dei tassi light di 25 punti base.
Il taglio che non sta convincendo tutti vista la solidità dell'economia americana, ma che la Fed è intenzionata a voler effettuare quindi come vaccino contro un possibile rallentamento del ciclo. Il taglio dei tassi - hanno anche osservato gli analisti - veniva dato per certo dopo la Bce: mantenendo il costo del denaro invariato e aprendo alla possibilità di nuovi stimoli, Francoforte ha messo di fatto la Fed all'angolo. La banca centrale americana non ha potuto infatti consentire deviazioni eccessive dei tassi rispetto agli altri istituti. E questo, hanno aggiunto gli analisti, soprattutto per le ripercussioni che ci sarebbero state sul dollaro.
Infine, Powell ha messo fine in maniera anticipata (fino ad ora prevista a settembre) alla riduzione del bilancio della Fed, che fu gonfiato negli anni della crisi acquistando Treasury e bond ipotecari per sostenere l'economia (l'ultimo round di stimoli terminò nell'ottobre 2014 sotto la guida di Janet Yellen). Entro agosto per iniziare l'istituto terminerà la pratica attuale di lasciare giungere a scadenza fino a 50 miliardi di dollari al mese di Treasury e bond garantiti da mutui. Attualmente il bilancio della banca centrale vale circa 3.800 miliardi; il suo valore massimo di 4.500 miliardi era stato raggiunto tra il 2015 e il 2016.
@andreadeugeni