Fiat, Marchionne conferma gli impegni. Un'ora di colloquio con Zanonato

Circa un'ora di faccia a faccia tra Sergio Marchionne e il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato. Incontro che ha portato a una "conferma degli impegni per il Paese". E' stato lo stesso numero uno del Lingotto a riferirlo, arrivando all'assemblea annuale di Bankitalia. Il manager italo-canadese ha aggiunto: "L'incontro è andato benissimo". Marchionne aveva raggiunto il dicastero di via Veneto per incontrarne il titolare poco dopo le nove di questa mattina e lo ha lasciato intorno alle dieci e un quarto. Insieme a lui era presente anche John Elkann, presidente del Lingotto ed esponente di punta della famiglia Agnelli e della holding Exor.
Al centro del confronto, come emerso nei giorni passati, era finita la permanenza della casa torinese in Italia e i suoi programmi per il futuro. A precisarlo solo ieri era stato lo stesso Elkann, che intervenendo all'assemblea di Exor, sull'incontro odierno aveva detto: "Si parlerà della presenza di Fiat oggi in Italia, una presenza importante, e soprattutto di quanto questa presenza sia potenziata dal fatto che Fiat Chrysler oggi sia un gruppo mondiale, con la possibilità, dunque, di fare tante più cose grazie a questo".
Le preoccupazioni sulla volontà di Marchionne, e della famiglia Agnelli, di traslocare oltreoceano sono aumentate in questi giorni. Si è infatti indirizzato verso il compimento il matrimonio tra Fiat Industrial (la parte del Lingotto dedicata alle macchine pesanti e ai trattori) e Cnh; conseguentemente ci sarà la quotazione a New York, mentre le sedi saranno sparse. Le ragioni sono chiaramente di ordine operativo, ma ha fatto discutere anche l'ipotesi che la nuova realtà - che per Elkann vedrà la luce al più tardi entro settembre - possa avere residenza fiscale in Gran Bretagna. Su questo punto, il Lingotto ha detto che nulla cambierà per il fisco italiano.
Oltre a questo, si è registrata un'accelerazione sul dossier Fiat-Chrysler, l'operazione principale sull'agenda di Marchionne. Sono entrate in campo le banche, che potrebbero finanziare la casa torinese con una decina di miliardi per completare l'acquisizione delle quote di Auburn Hills ancora in mano al fondo Veba, che fa capo ai sindacati. Una volta completata la fusione, sarebbe automatico lo sbarco a Wall Street. Anche in questo caso sarebbe difficile la permanenza del quartier generale in Italia, visto che il gruppo unito sarebbe maggiormente esposto - sia in termini industriali che di libri contabili - al Nordamerica.
Dopo questa ridda di ipotesi, lo stesso ministro aveva chiesto chiarezza: "Trovo la questione della sede fiscale un pò enfatizzata - aveva sottolineato nei giorni scorsi Zanonato. Voglio capire da Marchionne che intenzioni ha rispetto alla presenza della Fiat in Italia". In Borsa, intanto, i titoli Fiat continuano la corsa innescata con l'accelerata alla fusione con Chrysler e - in avvio di contrattazioni - superano la soglia di 6 euro per poi flettere ma restare in terreno positivo (segui in diretta).