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Economia
Francia: Bonos, Oat, fondi azionari sui finanziari e franco.Come investire ora

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni

Dopo l’esito del primo turno delle elezioni presidenziali francesi il bicchiere è mezzo pieno, o forse anche pieno del tutto, per gli investitori che tornano a scommettere su euro, bond e azioni europee. Come muoversi ora sui mercati mondiali in attesa ballottagio transalpino del 7 maggio? Secondo la maggior parte dei gestori, come dimostrano anche le reazioni sul valutario, per chi apprezza il rischio è il momento di buttare il cuore oltre l’ostacolo e puntare sugli asset denominati in euro, in particolare bond governativi periferici (Francia e Spagna sopra tutti) e titoli finanziari (italiani in particolare). Venuto meno il rischio di uno scontro tra i due candidati “anti sistema” Le Pen e Melenchon, infatti, molti investitori ritengono probabile la vittoria finale del centrista Macron che potrebbe avviare la Francia su un sentiero di riforme moderate e proporre alla Germania di rivedere le regole della governance europea.

Un risultato che favorirebbe anche la politica di Mario Draghi alla Bce e offrirebbe al comparto finanziario europeo (ed italiano in particolare) la possibilità di proseguire lungo il percorso di rafforzamento e ristrutturazione che Draghi ha avviato già lo scorso anno. Non a caso a Piazza Affari corrono i bancari. "La probabile vittoria di Macron nella corsa all'Eliseo si tradurrà sul mercato azionario milanese in un rally guidato dalle banche, anche se probabilmente di breve respiro", specifica però Gianluca Codagnone, managing director di Fidentiis.

Operativamente, secondo gli addetti ai lavori, questo significa puntare su prodotti indicizzati come l’Spdr Msci Europe Financials Ucitis Etf o a fondi specializzati in titoli azionari finanziari europei, piuttosto che direttamente su titoli come Unicredit, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Generali, Unipol, Mediobanca, FinecoBank, Banca Generali o Banca Mediolanum. Possibile anche un movimento rialzista di titoli sensibili ai tassi d’interesse come quelli del comparto dei servizi di pubblica utilità come Enel o di natura industriale come Buzzi Unicem o Leonardo. In campo obbligazionario, la duration dei portafogli può tornare a salire “tatticamente” anche se a medio termine non cambiano le previsioni che parlano di un graduale rialzo dei tassi (che dunque suggerisce prudenza e duration corte), mentre la ripartizione degli investimenti per paesi potrà vedere un recupero della Francia e dell’Europa “periferica” del Sud, con gli investitori che alleggeriscono le posizioni in beni rifugio come i Bund tedeschi, l’oro e, tra le valute, il franco svizzero.

I mercati sembrano orientati a tirare un sospiro di sollievo, con l’euro che risale a 1,0844 sul dollaro e l’indice Nikkei225 di Tokyo che ha chiuso in rialzo dell’1,37%: l’ipotesi più temuta dai mercati, ossia l’accesso al ballottaggio del prossimo 7 maggio di Le Pen e Melenchon, è stata infatti evitata ed ora gli investitori, che fin dall’inizio hanno fatto il tifo per Macron (che i sondaggi indicano come favorito nello scontro diretto contro Le Pen), sembrano potersi concentrare nuovamente sull’attesa per la riforma fiscale americana, lasciando sullo sfondo i timori per la tenuta dell’Unione europea e dell’euro.

Tuttavia, come nota l’economista (ed ex co-Ceo di Pimco) Mohamed El-Erian, il risultato non è il migliore possibile visto che a confrontarsi saranno un candidato pro-sistema come Macron e uno anti-sistema come Le Pen, con due visioni del futuro dell’euro e della Ue opposte tra loro. L’onda lunga del populismo “anti Europa” non può dunque dirsi sconfitto ed è destinata a tornare d’attualità alle prossime elezioni in Germania e probabilmente in Italia.

La prima reazione delle borse europee è comunque ampiamente positiva: a Milano l’indice Ftse Mib dopo i primissimi scambi segna +3,62%, con i titoli finanziari che trainano al rialzo l’indice a partire da Unicredit (+8% abbondante dopo aver toccato il +10% in apertura), Ubi Banca (+7,6%), Banco Bpm (+6,7%), Intesa Sanpaolo (+6,3%), Bper Banca (+6,2%) e Mediobanca (che sfiora il +5%) tra i migliori grazie alla convinzione che il risultato elettorale francese per ora rafforzi l’euro e le istituzioni comunitarie, consentendo alla Bce di proseguire la sua operazione di rafforzamento e ristrutturazione del comparto creditizio del vecchio continente.

(Segue...)

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