Scenari macro/ La frenata del Pil cinese figlia dalla trasformazione: meno industria pesante, più servizi

Il Pil cinese ha deluso le attese: nei primi tre mesi dell’anno l’economia di Pechino è cresciuta “solo” del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, raggiungendo gli 11.885,5 miliardi di yuan (+1,6% rispetto al trimestre precedente), e non del 7,9%-8% come si attendeva il consensus degli analisti. Una differenza in fondo modesta, ma dopo alcuni dati positivi che avevano mostrato una nuova accelerazione dell’attività creditizia e delle esportazioni in molti speravano in una sorpresa al rialzo (rispetto al dato del trimestre precedente, +7,9%) che invece non c’è stata.
Scomponendo il dato per settore si nota come il settore agricolo sia cresciuto del 3,4% a 742,7 miliardi di yuan, l’industria del 7,8% a 5456,9 miliardi e i servizi siano saliti dell’8,3% a 5685,9 miliardi. L’economia di Pechino va dunque assomigliando sempre più alle economie occidentali, con una spinta sempre più marcata da parte dei servizi, che ormai pesano di più (e salgono di più) dell’industria. In più un secondo annuncio relativo alla produzione industriale ha segnalato come a marzo la crescita sia risultata pari a +8,9% annuo, anche in questo caso deludendo le attese (consensus: +10,1%) e segnando una ulteriore frenata rispetto ai primi due mesi del 2013, quando la produzione industriale cinese era cresciuta nel complesso del 9,9% annuo.
Così su base trimestrale la crescita della produzione industriale frena a +9,5% (2,1 punti percentuali in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), frenando anche rispetto al 10% di incremento medio segnato nel 2012. Dai dati emerge inoltre come rimangano fondamentali differenze in termini di crescita del valore aggiunto a seconda della tipologia di imprese: quelle statali segnano un +5,2% annuo nel trimestre, le imprese collettive registrano un +6,7%, quelle private toccano un +11,3% e quelle finanziate da investitori stranieri o di Hong Kong, Macao e Taiwan un +6,9%.
Delle 464 tipologie di industrie, sono 318 quelle a registrare un incremento su base annua, con l’industria mineraria (metalli non ferrosi) che porta a casa un robusto +10,6%, l’acciaio un +12,3%, l’industria carbonifera e quella petrolifera un +9,1% ciascuna. Risultati superiori al dato medio anche per il settore auto (+13,5%) e per l’industria dei computer (+11,5%), mentre restano modeste le performance del settore chimico con la produzione di etilene che sale del 3% annuo, quella di soda caustica del 3,8%, quella di fibre chimiche del 5,5%.