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Economia

"L'Italia si e' presentata non piu' come sorvegliata speciale, l'Italia ha potuto agire con mani libere dalle zavorre che ci siamo portati avanti in questi anni". Così il premier Enrico Letta, al termine del G20. "Negli altri G20 ci avevano dato i compiti a casa perche' eravamo stati malandrini, non ci prendiamo piu' bacchettate sulle dita, i compiti a casa li abbiamo fatti, ora c'e' bisogno di vedere la terra promessa", afferma Letta.

Il nostro Paese ha preso impegni a tagliare il cuneo fiscale e a perfezionare la riforma del lavoro, con riferimento soprattutto ai centri di collocamento. E nelle conclusioni finali del G20 c'è "una valutazione positiva" dell'Italia per i risultati raggiunti negli ultimi anni; si fa riferimento in particolare alla riforma delle pensioni e ad altre riforme varate dal governo. Nel comunicato si invita l'Italia ad andare avanti in questa direzione. Tra i punti indicati come programmatici dal fronte italiano, c'è anche l'impegno a pagare tutti i debiti della Pubblica amministrazione entro il 2014. "C'è bisogno di un'Italia stabile, da tutti i punti di vista: politicamente, finanziariamente, in termini di mercato", ha detto Enrico Letta alla chiusura dei lavori. "Io lavoro esattamente in questa direzione". Il premier ha elencato le priorità del Belpaese: "Dobbiamo abbattere il cuneo fiscale e rendere il lavoro più conveniente. L'abbiamo già fatto per il lavoro giovanile e lo faremo nei prossimi mesi attraverso la discussione con le parti sociali".
 

Ma da San Pietroburgo, dove si è tenuto il G20, arriva per tutti lo stimolo a lavorare ancora e duramente per intraprendere il cammino della ripresa globale. Gli ultimi cinque anni "sono stati fondamentali per affrontare la crisi finanziaria e rimettere l’economia mondiale sulla giusta strada. Ma il lavoro non è ancora finito e resta essenziale concentrare i nostri sforzi per una uscita definitiva dalla crisi più lunga della storia moderna". È questo quello che hanno scritto nel comunicato finale, i leader mondiali riuniti da giovedì.

Due le priorità assolute sottolineate nel documento finale: la crescita e l’occupazione. Ma non solo. "Nonostante le nostre azioni - hanno spiegato i leader - la ripresa è troppo debole e i rischi rimangono orientati al ribasso. Le prospettive di crescita per il 2013 sono state riviste al ribasso più volte nel corso dell’ultimo anno, il riequilibrio globale è incompleto, la crescita delle disparità regionali rimane alta e la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, rimane inaccettabilmente alta".

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