Generali, Del Vecchio:"Salirò in maniera consistente". Rumors: ipotesi Patto
Soci italiani ancora in movimento nel capitale delle Generali in vista della presentazione del nuovo piano strategico
"Quello in Generali è per Delfin un investimento finanziario a lungo termine, particolarmente interessante ai prezzi attuali e pertanto destinato a salire in maniera consistente. Ho fiducia nel management di Generali e credo che con l'impegno di tutti i soci sia possibile costruire un grande futuro per questa compagnia".
Prosegue il rafforzamento di Leonardo Del Vecchio e di Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale delle Assicurazioni Generali in vista della presentazione del nuovo piano strategico del gruppo, attesa per il 21 novembre, e del rinnovo del Cda dell'anno prossimo, che con ogni probabilità consegneranno all'istituto un nuovo presidente.
Dal 19 al 22 ottobre scorsi, secondo quanto emerge da alcuni filing model di internal dealing, la holding Delfin che fa capo a Del Vecchio ha infatti acquistato a piu' riprese 1,65 milioni di azioni della compagnia triestina, approfittando dei cali degli ultimi giorni legati alla volatilita' diffusa sul listino italiano. In particolare, Delfin ha dapprima comprato sul mercato 560.000 azioni del Leone a un prezzo medio di 14,1496 euro, per poi rilevare 1,09 milioni di ulteriori titoli a 13,866 euro.
Un pacchetto di poco superiore allo 0,1% che a fronte di un investimento complessivo di 23.037.716 euro ha consentito al fondatore di Luxottica di portare la propria partecipazione nelle Generali al 3,43% circa. Allo stesso modo, stanno proseguendo anche gli acquisti di Caltagirone. A seguito dell'esercizio di opzioni put assegnate a scadenza, Fincal nei giorni scorsi ha infatti rastrellato 1,371 milioni di azioni del Leone. Un primo pacchetto di 71.000 titoli e' stato acquistato il 19 ottobre scorso a 14 euro, mentre un ulteriore stock di 1,3 milioni di azioni e' stato comprato il giorno stesso a 14,5 euro.
Successivamente, il 22 ottobre sono state comprate altre 29.000 azioni a un valore medio di 13,9853 euro. L'investimento complessivo a carico di Caltagirone è stato quindi di 20.249.573,7 euro e consente all'imprenditore romano di portare la quota di spettanza al 4,54%.
Fra un mese l'ad Philippe Donnet, il cui rinnovo a questo punto dopo le parole di Del Vecchio è ormai certo, presenterà il nuovo piano industriale, sulle cui prospettive si sono recentemente soffermati gli analisti di Mediobanca (primo socio di Generali, con il 13%): secondo uno studio di piazzetta Cuccia il piano avra' tre cardini, ovvero l'ottimizzazione della struttura finanziaria, la crescita operativa e dell'utile netto e l'accelerazione dello sviluppo digitale. Il tutto tenendo anche conto che la compagnia assicurativa ha in cassa circa 1 miliardo per eventuali operazioni di M&a, che potrebbe puntare su operazioni relative all'asset management e all'area della salute e protezione, con il focus geografico che e' nell'Est Europa, in Cina, Indonesia, Vietnam e Brasile.
Per sopraggiunti limiti d'età, sono attese novità al vertice del Leone, dove non potrà essere confermato, salvo improbabili modifiche statutarie, il presidente Gabriele Galateri di Genola.
Da sempre le nomine passano per Mediobanca, che sta pero' a sua volta attraversando un momento di cambiamenti dopo l'uscita di Vincent Bollore' dal patto di sindacato, che potrebbe decretare la fine di un accordo che ha accompagnato tutta la storia dell'istituto.
Anche in vista della cessione di un 3% del pacchetto di Mediobanca, dunque, altri soci, proprio per preservare l'italianita' della compagnia, per cui si e' speso anche l'ad di Unicredit Jean Pierre Mustier, e per avere un maggior peso al momento del rinnovo del cda, stanno acquistando.
Una salita che, secondo alcune indiscrezioni che circolano nella City milanese, potrebbe essere sugellata attraverso la formazione di un patto di sindacato di tutti gli investitori italiani. Ipotesi di blocco che ora le parole di Del Vecchio rafforzano ("credo che con l'impegno di tutti i soci sia possibile costruire un grande futuro per questa compagnia") e in cui Piazzetta Cuccia potrebbe conferire una partecipazione inferione al 10% per lasciarsi le mani libere sul restante 3% da vendere.
Alla partita, oltre a Del Vecchio e Caltagirone, guardano anche i Benetton orfani del fondatore del gruppo Gilberto, famiglia che ha portato la propria quota attraverso la holding Edizione a circa il 3%, ma che in questo momento è impegnata prioritariamente sul fronte di Atlantia, soprattutto all'estero.
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