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Economia

Dopo il colpo di teatro di Vincent Bolloè che ha deciso di lasciare il patto di Mediobanca, i riflettori non possono che accendersi anche su Generali e sulle possibili ripercussioni che il terremoto avrà sugli equilibri di Trieste.

Il Leone è infatti chiamato a due appuntamenti importanti che ora però potrebbero prendere una piega diversa: il piano industriale che sarà reso noto a novembre e il prossimo rinnovo del consiglio di amministrazione.

Quello che si tende ad escludere, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24Ore, è che Piazzetta Cuccia possa decidere di attuare l'intenzione annunciata da tempo di cedere il 3% della compagnia. Più probabile invece che valuti l’opzione a valle dell’assemblea che nominerà il nuovo board.

Non appare nemmeno versosimile, sempre secondo quanto scrive il quotidiano economico, che Mediobanca valuti un’attribuzione delle azioni triestine direttamente ai propri azionisti.

Ecco dunque che appare possibile che si formi una sorta di “cordata tricolore” pronta a saldare la presa su Trieste. Magari guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, che potrebbe finalmente arrotondare la quota fino al 5% approfittando anche della debolezza del titolo se l’Italia dovesse tornare nella bufera.

Molto interessati potrebbero essere anche i Benetton, che fermo restando le preoccupazioni su Autostrade, non hanno mai smesso di tener salda la presa su Trieste

C’è poi molta attesa, sempre stando a quanto ricostruisce il Sole 24 Ore, per quello che sarà l’elemento chiave del progetto industriale, ossia le cifre messe nero su bianco.

Ma non solo. Tra le priorità c'è anche l’asset management, che resterà come tassello cruciale dello sviluppo futuro. Il ceo Philippe Donnet ovviamente è impegnato da tempo sul progetto ed è ovvio che il suo futuro sia legato a doppio filo con il business plan.

Non solo. Da risolvere c’è anche la questione del presidente. LGabriele Galateri di Genola è infatti in scadenza di mandato e non potrà essere confermato per raggiunti limiti di età. Di certo il prescelto dovrà avere un’età per cui poter garantire almeno tre mandati consecutivi alla guida, in modo da rappresentare un segnale di continuità. Dovrà poi avere il gradimento della “cordata tricolore” e in questo senso - secondo il giornale milanese, sarebbero due i nomi che allo stato avrebbero incontrato maggior favore: Giuseppe Recchi e Massimo Tononi.

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