Generali, il marchio di fabbrica di Greco. Il ramo danni spinge i profitti del Leone

@andreadeugeni
L'ottimo andamento dei sinistri, in particolar modo nell'Europa Centro Orientale presidiata dalla controllata Generali Ppf Holding, su cui il Leone ha appena messo le mani sul 75% del capitale, consente alle Generali targate Mario Greco di prendere forma.
Il marchio di fabbrica dell'ex Zurich sta proprio nel decollo del ramo danni, principale novità che il manager scuola McKinsey ha introdotto a Trieste con il nuovo piano industriale e che prevede un riequilibro nel contributo sull'utile delle polizze Rc e Non-Auto da portare al 50% (come il vita) entro il 2015.
Certo, non sono i tassi di crescita a due cifre del leader di mercato Allianz (+24% i profitti netti a 1,7 miliardi da gennaio a marzo), ma nel primo trimestre dell'anno le Assicurazioni Generali hanno registrato un utile netto in crescita del 6,3% a 603 milioni di euro proprio grazie al segmento danni. Ramo che, con 520 milioni di euro, ha chiuso i primi tre mesi dell'anno a +26%, mentre il segmento vita con 797 milioni di euro è sceso leggermente di 2,6 punti percentuali a causa delle difficoltà delle polizze risparmio in alcuni mercati. La redditività del danni è certificata anche dal miglioramento del combined ratio (rapporto tra spese e premi) di 1,8 punti percentuali da 95,4% a 93,6%. Più 8% per il risultato operativo, a 1,3 miliardi di euro.

Insomma, numeri buoni e decisamente un'aria nuova a Trieste, con gli investitori di Piazza Affari che, dopo aver accolto bene il manager (+ 30% il titolo da agosto, da quando cioè il manager ha preso in mano le redini della compagnia), prendono atto del cambiamento e premiano anche oggi il business del gruppo con un rialzo delle azioni del 2%, a 14,8 euro.
"E' il miglior trimestre degli ultimi quattro anni", ha commentato in conference call con le agenzie di stampa. "Sono dei risultati molto buoni - ha sottolineato il manager - che ci danno un'ottima spinta per il 2013 e sono anche superiori rispetto alle stime del mercato. Siamo contenti, specialmente perchè questo trimestre ci dà fiducia che stiamo facendo le iniziative giuste e che la strategia avviata stia iniziano a darci risultati che ci aspettavamo. Siamo fiduciosi - ha concluso - che l'anno si sviluppi positivamente".
Anche se complessivamente la raccolta premi ha registrato un calo rispetto al primo trimestre del 2012 (a 19,1 miliardi, -2,6%), l'andamento del business delle polizze rassicura perché la crescita dell'operatività è spinta dall'estero e, nel danni, dai mercati più dinamici come l'America Latina (Brasile, Argentina e Messico) dove la raccolta è aumentata del 40,7% (6,9 miliardi la raccolta complessiva, +1,5% con un positivo contributo anche della Germania: +4,3%).

Stabile la solidità patrimoniale del gruppo: il Solvency I viaggia a quota 145%, dopo esser sceso nel primo trimestre a l 138% dal 145% di inizio 2013, un livello che Greco ha riacciuffato ad aprile grazie all'andamento favorevole dei mercati finanziari e alla vendita del 12% del capitale di Banca Generali. In crescita anche il comparto Asset Manager con le masse gestite che hanno raggiunto quota 498,2 miliardi (+1,7% rispetto a fine 2012) grazie al positivo contributo di quelle gestite per conto terzi.
Per il 2013, Greco vede rosa, non tanto nel segmento vita dove la compagnia ha messo ordine nella politica sottoscrittiva e prevede un "contesto economico finanziario ancora incerto", quanto nel danni, dove la rifocalizzazione del business porterà in dote un "incremento delle attività con il contributo sia del business Non-Auto che di quello Auto". I numeri di fine anno risentiranno anche della politica delle cessioni che a fine piano industriale dovranno fruttare al Leone 4 miliardi di euro. Un piano sul cui avanzamento (sul tavolo ora ci sono la svizzera Bsi e le attività di riassicurazione negli Usa) Greco si è definito "fiducioso".
"I processi di vendita - ha detto - sono molto strutturati e hanno fasi molto precise. In questo momento siamo in fase avanzata, ma non possiamo dire nulla. Non abbiamo preso decisioni finali, siamo però fiduciosi che continuino come ci aspettavamo". Per le due vendite da cui Generali vorrebbe portare a casa circa 3 miliardi di euro che per il mercato potrebbero fruttare circa due, il group Ceo, come accennato in assemblea, non si pone scadenze: "Dare deadline - ha sottolineato ancora Greco - non avrebbe senso e non sarebbe nel nostro interesse. Non abbiamo fretta ne' obbligo di vendere, lo faremo quando saremo sicuri di avere condizioni soddisfacenti per noi e quindi non vogliamo fissarci vincoli di nessun tipo".
Per quanto riguarda infine le partecipazioni fuori dal core-business, su Rcs Generali, che non aderirà all'aumento di capitale, deciderà in assemblea del gruppo editoriale se votare favorevolmente alla proposta di rafforzamento varata dall'a.d Pietro Scott Jovane mentre su Telecom Greco si è detto "favorevole a qualunque progetto che valorizzi la società". Avanti dunque coi cinesi, anche se "qualunque processo - ha aggiunto il manager, facendo riferimento sia al piano di scorporo della rete sia alla possibile integrazione con 3 Italia - richiede del tempo, sono cose che non si fanno in pochi giorni".