UniCredit/ Ghizzoni ad Affari: "Una Russia debole non fa comodo all'Europa. Stimolo a risolvere la crisi ucraina"
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Visto l'interscambio fra Russia ed Europa che, fra import ed export, ammonta a circa 250 miliardi di euro, una debolezza eccessiva dell'economia russa nel lungo periodo non giova a nessuno. Non è un problema soltanto degli abitanti di quel Paese. Quindi, può esser un incentivo per le parti coinvolte a trovare una soluzione politica alla crisi ucraina, un'occasione per riscrivere i rapporti fra Russia ed Europa". Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, la più internazionale delle banche italiane, legge così, in un'intervista ad Affari, la "delicata situazione" della Federazione al di là dell'ex cortina di ferro. Area dove l'istituto di piazza Gae Aulenti èha una presenza importante con la controllata Zao Unicredit Bank, la nona banca russa per dimensioni, che pesa per circa il 3-4% degli attivi, ma che produce quasi il 10% dell'utile di tutto il gruppo (dati primo semestre 2014).
Il banchiere spiega che anche se "la discesa del rublo è avvenuta troppo rapidamente e può creare degli scompensi notevoli nell'economia russa, il Paese non rischia il default. Le riserve che ha in mano Mosca - aggiunge infatti - ammontano a oltre 400 miliardi di euro e assumendo che tutto precipiti com'è avvenuto negli ultimi mesi, il Paese ha almeno qualche anno di riserve disponibili".
Uno scenario apocalittico, quindi, è da escludere. "E' abbastanza improbabile" che il Paese faccia crack, "un assestamento, prima o poi, ci sarà", dice. "Con il rublo debole, poi, la Russia compensa di fatto il calo del petrolio, incassando più dollari di quanto servisse prima nella conversione con la moneta nazionale", aggiunge. Detto questo, "è una situazione da monitorare con attenzione, perché può creare qualche problema sociale e politico". Per UniCredit, però, la Russia "resta un mercato molto importante, in cui certamente la banca vuole continuare ad esser presente".
Parlando della congiuntura italiana, Ghizzoni concorda invece con quanto affermato oggi dal presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca e cioè che nel nostro Paese stanno agendo tre fattori positivi per la ripresa come "il calo dell'euro, l'arrivo dell'Expo in arrivo e la discesa del prezzo del petrolio". Fattori a cui il numero uno di UniCredit aggiunge anche "il basso livello di tassi di interesse, che, secondo gli ultimi dati forniti dall'Abi, viaggiano intorno a un valore medio del 3,6% ('erano 7,3% nel 2006, prima dello scoppio della crisi', ricorda). Numero negativo per le banche, ma positivo nel complesso per le aziende e per l'economia italiana".
Per il banchiere, fa ben sperare anche "la ripresa dei mutui immobiliari", trend che in genere anticipa la ripresa. "Quello che manca- conclude - è la fiducia, anche se i fallimenti stanno scendendo e gli imprenditori iniziano a crederci di più".
E Mps? Ghizzoni non si sbilancia: "Ha ottenuto l'ok della Bce al piano per colmare gli shortfall di capitale ed è importante che l'istituto sia ripartito". E' pronto un cavaliere bianco straniero? "Bisogna chiederlo al management di Mps, ma UniCredit e Intesa non sono interessate. Absolutely not".