Economia

Gli investitori premiano Piazza Affari: Giorgia-premier piace ai mercati

La Borsa di Milano fa registrare la migliore performance, in crescita di oltre un punto percentuale: ecco perché

Piazza Affari maglia rosa in Europa: nessun crollo post-elezioni

Rimane deluso chi si aspettava un tracollo della Borsa italiana dopo la vittoria del centro-destra e di Giorgia Meloni in primis. Eppure qui su Affaritaliani.it l’avevamo ribadito diverse volte: gli investitori non temono la destra o la sinistra, ma l’ingovernabilità e l’incapacità di avere un punto comune, costringendosi di volta in volta a rinegoziare, rivedere, ripartire da capo. Prova ne sia che nel 2013, mentre sembrava che il centro-sinistra avesse stravinto Piazza Affari arrivò anche a guadagnare il 4%, prima di crollare quando ci si accorse che si andava incontro a un vero e proprio stallo. Oggi invece il listino milanese chiude in rialzo dello 0,7%. 

Giorgia Meloni ha vinto e i mercati hanno capito che a questo punto, a meno di improbabili ribaltoni, sarà lei a dare le carte quando si tratterà di andare a parlare con Sergio Mattarella. Di più: la marginalizzazione di Forza Italia e Lega Nord, costringe il Presidente della Repubblica ad affidarsi totalmente alla leader di Fratelli d’Italia. E anche questo i mercati lo sanno.

Ancora: a parte alcune partite ancora da giocare – su tutte, quella che riguarda Tim e la rete unica – molti argomenti principali, da Ita in poi, sono già stati messi “al sicuro” da Draghi. Il Pnrr, che dovrà essere rivisto alla luce della drammatica crisi del gas e dell’incremento esponenziale del costo dell’energia, non potrà di certo essere modificato nel suo impianto principale. E le varie tranche di pagamento arriveranno, su questo ci sono pochi dubbi.

Lo spread, che al momento è in salita di circa il 6% intorno ai 236 punti base, significa che il “rischio Paese” viene considerato solo lievemente in rialzo. Nessuno si aspetta proposte particolarmente strane da parte dell’esecutivo di centro-destra, proprio perché l’affermazione della Meloni è stata notevole. Per intenderci, la flat tax al 15 o al 23%, almeno per tutto il 2022 e la legge di Bilancio 2023, pare essere accantonata quanto meno nella sua parte più corposa, mentre potrebbe eventualmente tornare in partita la flat tax incrementale, come ci aveva spiegato Maurizio Leo.

I mercati hanno già scontato la paura di un’Italia immobile all’indomani della caduta del Governo Draghi. Ora, in attesa di capire che cosa farà Mattarella, si possono permettere il lusso di osservare il nostro Paese con attenzione ma senza isterismi. Già questo è un gran bel traguardo.