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Economia
Governance: fra trasparenza e riservatezza nel convegno di Fondazione Cariplo

Edito da Giappichelli e realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il libro del Prof. Giovanni Barbara dal titolo “Il valore dell'informazione nella Corporate Governance delle Spa" intende inquadrare le implicazioni derivanti dal sistema dei flussi informativi così come regolamentato dalla riforma del 2003 che ha il merito di averne valorizzato l'importanza. Al panel presenti testimonial d’eccezione che si sono confrontati sul fragile equilibrio fra trasparenza e riservatezza dei dati, nonché sull’eccesso di regole e formalismi.

Si è tenuta oggi a Milano presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo, la presentazione del libro di Giovanni Barbara, Straordinario di Diritto Commerciale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università LUM Jean Monnet e Partner KPMG.

Ad aprire il pomeriggio di lavori Gaetano Miccichè, Presidente Banca IMI, che ha ricordato il ruolo di Intesa Sanpaolo come banca internazionale con un Dna storico: “Nasciamo da un insieme di banche e casse di risparmio che hanno rappresentato la storia del nostro Paese e la qualità dell’economia italiana. Anche oggi il nostro punto di forza consiste nell’accompagnare famiglie e imprese attraverso tutti i loro cicli di vita, anche in quelli discendenti, con una logica di continuità”. “Le fasi di declino non sono una vergogna”, ha continuato Miccichè, “ma situazioni che possono capitare a tutti, forse per via di un’obsolescenza di prodotto o per una migliore capacità da parte dei concorrenti, o, ancora, per l’assenza di imprenditori illuminati ed errori tattico-strategici. Niente, dunque, a cui non si possa porre rimedio; da qui l’interesse di Intesa Sanpaolo alla governance”.

Sul tema del giorno, il Presidente di Banca IMI ha proseguito: “La mia esperienza personale in consigli di amministrazione di aziende bancarie e industriali mi porta a dire che la mancanza di efficacia dipende da un incastro imperfetto fra tre figure nodali: presidente, amministratore delegato e presidente del collegio sindacale. Devono essere figure diverse ma è necessario che tra loro nascano sinergie e si abbia una condivisione di informazioni. Ho timore che negli ultimi anni vi sia un eccesso di regole, formalismi e documentazione che fa perdere di vista il core business nonché le componenti principali del successo di un’azienda, ossia ricavi, competitor, adeguatezza dei costi, tattiche e strategie”.

Ad Affaritaliani.it Micciché ha poi aggiunto: “Il Cda è il cuore dell’azienda, dove si analizza e si verifica l’andamento aziendale. Invito i presenti a far circolare maggiormente le informazioni lavorando anche sulla qualità delle stesse. Le informazioni, infatti, non solo devono circolare, ma devono anche essere chiare, trasparenti e soprattutto sintetiche, per supportare i consiglieri nella lettura veloce dei dati e accorciare il decision making”.

VIDEO - Miccichè, Banca IMI: "Informazioni chiare e sintetiche per buona governance"

In sintonia con il Presidente di Banca IMI, l’autore del libro Giovanni Barbara, ha raccontato la metafora dalla quale ha preso avvio la sua rilfessione: “I Cda funzionano come il corpo umano. Se le informazioni vengono messe in circolo, va tutto bene; se le stesse rimangono imprigionate in alcuni gangli nevralgici senza essere condivise con chi può e deve intervenire, si manifestano i problemi. In una Spa il cuore è l’organo delegato, il quale raccoglie informazioni dalla struttura organizzativa che deve avere precedentemente implementato. Senza queste informazioni, il cuore – cioè il Cda – non può né gestire la macchina né riportare al cervello che è il luogo in cui si decide la strategia”.

Antonio Patuelli, Presidente ABI Associazione Bancaria Italiana, ha parlato di informazione come “atto doveroso e obbligatorio", ma si è chiesto anche "quale uso debbano farne i consiglieri delle informazioni al di fuori della collegialità", lanciando un tema di responsabilità e trasparenza.

Presente al panel, Raffaele Jerusalmi, CEO Borsa Italiana e Executive Director London Stock Exchange Group, ha risposto sul tema della trasparenza. Ai microfoni di Affaritaliani.it ha sottolineato: “Si tratta di un’opportunità per le imprese, anche se, a volte, un suo eccesso può costituire un ostacolo. Alcune aziende di natura famigliare esitano a quotarsi per l’eccesso di trasparenza al quale vengono sottoposte. Sta di fatto che, al di là dell’onere, una buona governance funziona e fa funzionare meglio le aziende perché significa avere più occhi e più orecchie, far circolare le informazioni per prevenire ostacoli e leggere il contesto in modo più consapevole”.  “Negli ultimi anni”, ha continuato Jerusalmi, “la corporate governance ha fatto progressi straordinari in Italia, grazie anche alle nuove linee guida dettate dal Comitato di corporate governance, il quale ha adeguato il codice di autodisciplina delle società ai migliori standard internazionali, superando, in alcuni casi, gli standard stessi. In definitiva, per Jerusalmi, “meglio il modello italiano di quello anglosassone che, a mio avviso, è troppo autoreferenziale”. Il CEO di Borsa Italiana ha poi parlato di un tema di responsabilità: “Gli executive devono assumere la responsabilità di trasmettere in modo trasparente le informazioni ai propri consiglieri. Perché ciò accada, occorre lavorare sulla sostenibilità dei risultati, smantellando quei sistemi incentivanti che premiano la performance nel breve periodo e che non incoraggiano comportamenti trasparenti”.

VIDEO - Jerulsalmi, Borsa Italiana: "Trasparenza opportunità per le imprese"

Marco De Benedetti, Presidente GEDI Gruppo Editoriale, con un passato in diversi Cda italiani ed esteri, di aziende quotate e non, si è detto d’accordo con Jerusalmi per quanto riguarda il progresso della governance in Italia, ma ha anche richiamato l’attenzione sull’eccesso di regole. Ad Affaritaliani.it ha rivelato: “Oggi vedo una maggiore attenzione alla compliance che alla governance. C’è troppa macchinosità e formalismo. Il vero tema è trovare il giusto equilibrio tra quantità e qualità delle informazioni. Purtroppo ho visto la tendenza a scendere nel dettaglio da parte di chi invece dovrebbe fornire informazioni estremamente sintetiche e schematizzate per agevolare la presa di decisioni. Se ti anneghi nei dettagli perdi incisività e quel giusto distacco che serve a decidere”.

VIDEO - De Benedetti, GEDI: "Su governance, attenzione alla qualità delle informazioni"

Paolo Grandi, Chief Governance Officer Intesa Sanpaolo, ha riconosciuto la difficoltà, per una società quotata, di gestione del flusso di informazioni quando si ha anche l’obbligo alla riservatezza. Affaritaliani.it, considerato il suo ruolo in Intesa, gli ha chiesto come si fa a gestire questa complessità: “Servono processi strutturati per evitare di incorrere nel rischio di una asimmetria informativa. È altresì necessaria un’organizzazione a presidio dei flussi informativi. Questo significa seguire l’informazione nel momento in cui viene maturata e valutare esattamente quando e come dischiuderla e a chi”.

VIDEO - Grandi, Intesa Sanpaolo: "Alla governance servono processi strutturati"

Maria Bianca Farina, Presidente Poste Italiane e ANIA, ha raccontato cosa significa per lei sedere come Presidente in un Cda: “Sono arrivata alla presidenza dopo aver fatto per anni l’amministratore delegato. Credevo che il presidente avesse un ruolo più contenuto, ma mi sono resa conto sul campo che non è così. Non è meno importante né meno delicato. Il suo è il ruolo di colui che si prende cura del funzionamento del sistema circolatorio, di colui che si preoccupa che l’informazione sui punti all’ordine del giorno arrivi puntuale e adeguata. Il presidente è colui che definisce gli elementi indispensabili alla presa di decisioni e che, sulla base di quegli elementi, si muove con buon senso e attenzione. Ad Affaritaliani.it Farina ha aggiunto: “Una buona governance è sicuramente un fattore competitivo di successo. È importante che nella compagnia si faccia di tutto affinché i poteri siano ben distribuiti e le informazioni circolino nella maniera giusta”.

VIDEO - Farina, Poste: "Governance fattore competitivo di successo"

Per finire, a Roberto Colaninno, Presidente Piaggio & C., Affaritaliani.it ha domandato come si possa regolare il flusso informativo in un gruppo transnazionale: “Non è semplice”, ha spiegato Colaninno, “bisogna avere dei riferimenti basilari che sono lo sviluppo, i risultati aziendali e l’attenzione alla Cassa”. Necessario è “lavorare sulla cultura aziendale perché è ciò che regola i comportamenti e li rende virtuosi”.

VIDEO - Colaninno, Piaggio: "Regolare il flusso informativo in gruppi transnazionali"

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