Economia
Green Pass anche per i fondi del Pnrr: il governo contrasti le imprese zombie

Il rischio di finanziare e appaltare o subappaltare lavori ad azienda già in una situazione di rischio fallimento può essere alta
In vista dell’arrivo dei cospicui fondi europei per importanti investimenti sul suolo italico, il governo Italiano, nell’ottica di una nuova efficienza e trasparenza governativa, visti anche tutti i ministeri coinvolti, pretende altrettanta efficienza trasparenza affidabilità dalmercato e dalle aziende italiane, pronte ad eseguire i progetti diretti dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il rischio di finanziare e appaltare o subappaltare lavori ad azienda già in una situazione di rischio fallimento può essere alta, per questo il Governo con il Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti studia come evitare seri grattacapi a Draghi.
Si pensa di obbligare le aziende interessate ai futuri appalti Pnrr di fornire debita certificazione di sana e robusta costituzione, di piena salute insomma e senza gravi rischi di insuccesso. Si ipotizza il rafforzamento dello strumento del decreto Legislativo 231/01 che ha introdotto un regime di responsabilità per le società che le tutela dal rischio di incorrere nei ben oltre 170 singoli reati previsti dal DL e anticipare l’obbligo del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza” (Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14), che consente una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese. Inoltre sono allo studio Pagelle di merito aziendale con rating specifici per ogni settore .
Come per il genere umano prevenire è meglio che curare anche per le aziende con appropriate e periodiche analisi del sangue, magari da una seria e preventiva analisi della gestione e dei conti aziendali è possibile intravedere degli indicatori di salute e solidità che possono certificare costantemente la sana e robustezza costituzione per affrontare la competitività dei progetti Pnrr indicati dal Governo .
Draghi ha sempre sostenuto che il governo dovrà proteggere tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche in modo generalizzato. I policy makers dovranno scegliere come collocare ingenti risorse e quali imprese favorire e, fra queste, non andrebbero agevolate le “imprese zombie”.
Sono così definite le imprese non più in grado di coprire i costi da porre al servizio del debito con i profitti correnti e che, pertanto, dipendono dai creditori (privati o pubblici, a cominciare dal fisco) e dai termini ampi di pagamento che questi possano concedere. Il termine “imprese zombie” era stato coniato per indicare le imprese sostenute dalle banche giapponesi durante il cosiddetto “Decennio perduto”, il periodo successivo al crollo della bolla dei prezzi del 2001.