I dazi americani di Donald Trump, un boomerang per molti lavoratori USA
Harley Davidson e General Motors potrebbero andarsene
‘1.500.000 di posti di lavoro a rischio nelle aziende americane a causa della muscolare ma rischiosa politica dei dazi decisa da Donald Trump.
L’allarme è stato lanciato dalla Camera di Commercio Americana e risulta ancora più realistico proprio per l’appoggio che l’ente commerciale ha da sempre dato ai repubblicani.
Una politica, quella del tycoon, che rischierebbe se portata avanti di andare pesantemente contro quel mantra del ‘primi gli americani’ che ha regalato tanti consensi al presidente.
I dazi di Trump. Colpiti anche i lavoratori americani
E chi ne saranno colpiti? Soprattutto i cittadini rappresentanti di quella classe media che ha sposato in toto le promesse del presidente. E quello che appare più preoccupante è che ad esserne colpiti sarebbero i lavoratori di Stati molti vicini ai diktat del residente americano, stati industriali quali Nord Carolina, Tennessee e Louisiana. Le roccaforti del trumpismo potrebbero, per la prima volta, pagare in prima persona i riflessi causati dal loro eletto.
Guarda caso, subito dopo l’annuncio della messa in opera della politica dei dazi, due aziende storiche americane hanno deciso scelte molto impopolari.
In primis la storica Harley Davidson ha deciso di delocalizzare per mantenere competitivo soprattutto in Europa il prezzo delle sue mitiche motociclette. Secondo il gigante General Motors sta pensando di ripararsi da una simile politica facendo altrettanto, magari solo in parte ma la direzione potrebbe essere proprio quella.
I dazi di Trump. Harley lascia gli USA
E di fronte a questi effetti iniziali, che potrebbero diventare una vera e propria valanga, il presidente americano non fa una piega.
Anzi sembra rilanciare minacciando l’uscita dal WTO, l’organismo del commercio mondiale.
Questa politica di chiusura commerciale sembra così poter diventare proprio il contrario di quello previsto da Trump. Una scelta pericolosa che potrebbe essere un vero e proprio boomerang per l’economia e il lavoro americano.
Riuscirà il deciso e muscolare Trump a ritornare su suoi passi, almeno in parte? Ora non glielo chiede l’Europa ma, probabilmente, tanti lavoratori americani che lo hanno votato.