Il governo "paga" caldaie e condizionatori. Detrazioni del 65%

Buone notizie dagli ecobonus.
Il sottosegretario allo Sviluppo Simona Vicari ha annunciato che per i grandi elettrodomestici l'estensione della detrazione al 65 per cento è stata estesa anche per le caldaie e gli impianti a pompe di calore, escluse espressamente nel testo iniziale del decreto.
L'aula del Senato ha approvato l'emendamento all'articolo 16 del dl ecobonus che estende ai "grandi elettrodomestici" - come frigorifero, lavatrice e lavastoviglie - lo sgravio Irpef del 50% delle spese, entro un limite di 10mila euro, possibile per l'acquisto di mobili legato alla ristrutturazione. Il bonus sarà spalmato in dieci quote annuali. L'agevolazione, che vale solo per chi effettua anche lavori, vale quindi per 10.000 euro di spesa che si aggiungono ai 96.000 euro del tetto già previsto per gli incentivi.
Il governo ha eliminato la dicitura che rendeva esplicito l'intervento per gli elettrodomestici "a libera istallazione" ma lo sconto non è limitato ai soli elettrodomestici da incasso, bensì ai "grandi elettrodomestici". Questi, inoltre, dovranno però avere almeno un consumo energetico di classe A+ (A per i forni).
Per quanto riguarda caldaie e pompe di calore, con un emendamento presentato dal governo al decreto efficienza energetica ed utilizzando dei fondi presso il Ministero dello Sviluppo Economico "è stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al made in Italy", ha spiegato Vicari. "Questa misura contribuirà senza dubbio a finanziare tutta la filiera collegata alla produzione ed installazione delle pompe di calore, producendo effetti positivi su tutto l'indotto", ha aggiunto Vicari.
L'aula del Senato ha anche accolto l'emendamento che limita al 10% l'aumento dell'Iva previsto sui prodotti dei distributori automatici di cibi e bevande. L'emendamento riduce l'aggravio che nel testo originale del decreto era previsto l'aumento dell'Iva al 21%.
Per quanto riguarda i libri di testo, è stato accolto un ordine del giorno che impegna il governo a valutare la possibilità di evitare l'aumento dell'Iva dal 4 al 21% per i supporti integrativi dei libri scolastici.