Pmi, tasse scontate per non fallire. Il giudice salva una ditta veneta

Fatto inedito per le imprese che potrebbe fare giurisprudenza e aprire per le aziende la possibilità di chiedere uno sconto sullo tasse allo Stato.
La Corte d'Appello di Venezia ha revocato infatti il fallimento di una segheria storica di Longarone, concedendole il concordato preventivo e ammettendo la possibilità per il titolare in crisi di chiedere al Fisco la rinuncia a parte del proprio credito.
La Teza Silvio e Mario&C Snc, questo il nome della ditta con meno di dieci dipendenti all'attivo, era stata fondata subito dopo la prima Guerra Mondiale da Mario Teza: la sciagura del Vajont nel '63 poi la rase al suolo, ma la preseveranza dei figli la fece risorgere dal disastro. E il fallimento, ora revocato, era stato causato a sua volta da numerosissimi fallimenti a monte dei propri debitori.
La sentenza innovativa sta facendo discutere il sindacato e il mondo delle associazioni di categoria. Secondo l'avvocato dell'azienda, Giovanni Battista Protti, "se lo Stato rinuncerà a parte dei propri crediti, libererà somme di denaro in favore di altri creditori del soggetto in crisi e, contribuendo a tenere in vita imprese e posti di lavoro, ci si garantisce per il futuro una base imponibile" per il Fisco.
Per Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia artigiani di Mestre, si tratta di un "fatto importante, perché in questo modo l'imprenditore in crisi potrebbe così mettersi d'accordo con lo Stato come farebbe con i privati". "Non penso nemmeno sia necessario diventi una formula di legge", aggiunge Bortolussi, secondo cui basterebbe che diventasse un orientamento pragmatico sulla base della giurisprudenza".
(Articolo in fase di aggiornamento)