La beffa sull'Imu (non abolita). Tasse, ecco quanto pagheremo di più

L'Imu non è stata abolita del tutto. Già, avete capito bene. Purtroppo per circa 5 milioni di italiani l'Imu non è andata per sempre in soffitta e la quota mancante è destinata a trasformarsi in pratica in una maggiorazione sulla Tasi da versare insieme alla prima rata del nuovo tributo che la nuova legge di Stabilità mette in calendario per il 16 gennaio. Una sorpresina per i contribuenti che abitano in circa i 600 Comuni italiani che quest'anno hanno aumentato le aliquote dell'Imu sulla prima casa. Nell'elenco ci sono grandi città come Milano, Napoli, Reggio Calabria, ma anche capoluoghi importanti come Verona e Brescia. Ma l'elenco potrebbe allungarsi ancora, perché c'è tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le aliquote di quest'anno.
Spieghiamo l'inghippo che scrive un nuovo capitolo della storia infinita della tanto odiata imposta municipale sugli immobili. Nei 2,15 miliardi di copertura annunciati ieri nel decreto emesso dal governo dopo l'ok della Bce alla rivalutazione delle quote di BankItalia, non ci sono i soldi per rimborsare tutti gli aumenti di aliquota decisi dai sindaci nel 2013, risorse che rimarranno quindi in parte a carico dei cittadini. Con il risultato, beffa, che per molti un'imposta che era stata abolita, rischia di costare di più rispetto a quando era pienamente in vigore.
Gli aumenti hanno fatto crescere di circa 500 milioni di euro il conto dell'abolizione dell'Imu e che gli sforzi dei tecnici del ministero dell'Economia, complice anche l'affannosa ricerca delle coperture finanziarie, anche per il rientro in extremis degli immobili agricoli nell'esenzione, non hanno avuto buon esito nel reperire le risorse aggiuntive.
La via d'uscita che al momento si prospetta prevede una duplice contribuzione: da una parte il chippino dello Stato, dall'altra l'intervento dei proprietari che dovranno aprire il portafoglio, rimpolpando il gettito di metà gennaio della Tasi. Un meccanismo (della semi-copertura) che, così strutturato, diventa un'autentica beffa per i 5 milioni di italiani che per cui la quota mancante dell'Imu del 2013 è superiore al totale della tassa versata nel 2012.