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Economia
Istat, a gennaio produzione industriale +1% al mese e -2,4% anno

Sale la produzione industriale a inizio anno. L’indice destagionalizzato calcolato dall'Istat segna un aumento dell’1,0% rispetto a dicembre, mentre quello complessivo corretto per gli effetti di calendario registra una diminuzione in termini tendenziali del 2,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 19, contro 21 a gennaio 2020). Nella media del trimestre novembre-gennaio il livello della produzione diminuisce dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti.

"A gennaio - spiega l'Istat - si osserva un incremento congiunturale della produzione industriale che consolida la lieve crescita del mese precedente. L’intonazione congiunturale positiva di gennaio è diffusa ai principali comparti, con l’esclusione dell’energia, ed è più accentuata per i beni strumentali. Nella media degli ultimi tre mesi, d’altra parte, la dinamica congiunturale complessiva rimane negativa.In termini tendenziali, la variazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario resta negativa. A livello settoriale si conferma il maggior dinamismo dei beni intermedi, il solo comparto in crescita in sia termini congiunturali sia tendenziali".     

Nel dettaglio, l’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali sostenuti per i beni strumentali (+1,4%) e per quelli di consumo (+1,2%), più contenuto per i beni intermedi (+0,4%); viceversa, si osserva una diminuzione nel comparto dell’energia (-0,8%).    

Sul fronte tendenziale si registra un incremento solo per i beni intermedi (+2,4%), mentre i restanti comparti mostrano flessioni, con un calo pronunciato per i beni di consumo (-8,6%) e meno marcato per gli altri aggregati (-1,8% per i beni strumentali e -0,9% per l’energia).    

I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+9,7%), la fabbricazione di prodotti chimici (+4,4%) e di articoli in gomma e materie plastiche (+3,8%). Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-20,8%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,4%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-13,6%).

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