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Economia
Tra january effetc ed Nfl: a Piazza Affari il meglio deve venire

@BuddyFoxxx

«Ottobre. Questo è uno dei mesi specialmente pericolosi per giocare in Borsa. Gli altri sono luglio, gennaio, settembre, aprile, novembre, maggio, marzo, giugno, dicembre, agosto e febbraio» scriveva Mark Twain (Pudd'nhead Wilson – 1893) che con il suo solito sarcasmo ci fa capire quanto sia difficile e complicato investire in borsa. Lo stesso concetto, ma in termini più coloriti, è esplicitato nel film di recente uscita “The Wolf of Wall Street” dove il gestore di lungo corso Mark Hanna (interpretato da Matthew McConaughey) impartisce una lezione di finanza ed economia applicata al brokeraggio, al pivello Jordan Belford (interpretato da Leonardo Di Caprio) facendogli capire quanto sia complicato capire dove andranno i mercati e le borse nel prossimo futuro.

Eppure, per la statistica, esiste un indicatore di tendenza capace (con tutte le eccezioni del caso) di interpretare, al primo assaggio, come sarà l’annata delle borse: questo termometro viene chiamato “January effect”, tradotto “effetto Gennaio”.

Nel 2013 il Dow Jones chiuse il mese di Gennaio con un rialzo sfolgorante, un anteprima entusiasmante che prefigurava un anno ricco di positività, quando, improvvisamente, cadde dal cielo una figura che aveva le sembianze di un cigno nero, simbolo nefasto di negatività.

L’11 Febbraio 2013, Papa Ratzinger annuncia ai fedeli le sue dimissioni. Il mondo è attonito, in principio non crede e non capisce la notizia. Avevamo avuto un atteggiamento simile con il crollo del WTC (11/09/2001), pensavamo che gli Usa fossero immuni a un attacco, dopo quella tragedia e dopo l’annuncio del Papa ci siamo resi conto che oggi nulla è impossibile.

Per i mercati finanziari, spesso scaramantici, e che di questi eventi si nutrono cercando spesso la loro spettacolarizzazione, le dimissioni di Ratzinger furono viste subito come un cattivo presagio per il 2013, l’effetto Gennaio, di colpo, era già stato cancellato. Fortunatamente, come sappiamo non è successo nulla di paragonabile al 2001, anzi l’anno si è chiuso con rialzi strabilianti. E il 2014 cosa preannuncia? Gennaio è da sempre un mese chiave per le Borse, tanto da avergli attribuito fin troppe responsabilità. Infatti sono ben 3 i principali indicatori seguiti dai broker: il primo è il “January effect” (effetto Gennaio), è convinzione diffusa che il mese di Gennaio in borsa anticipi l’andamento dei mercati nel resto dell’anno, se sarà positivo l’annata sarà al rialzo e quindi sotto il segno del Toro e viceversa; il secondo è ancor più calibrato, concentrando l’attenzione su tre sole sedute del mese, la prima, quella del 10 e quella del 30, se positive l’anno avrà il segno più, altrimenti si preannuncia negatività; il terzo già dal nome è alquanto bizzarro ma ugualmente preso con serietà a Wall Street e riguarda il “Super Bowl Indicator”, secondo questa teoria se la partita finale del campionato viene vinta da una squadra appartenente alla NFL (National Football League) , l’annata per la Borsa sarà positiva; se invece verrà vinta da una squadra proveniente dalla AFL (American Football League, che nel 1966 si è fusa con la NFL), l’annata sarà negativa.

superbowl
 

Qual è quindi il responso di questi indicatori per il 2014? Se dal “Jannuary effect” non arrivano buone notizie (si veda il grafico sopra, tutti gli indici, tranne Piazza Affari, hanno chiuso il mese con il segno negativo), notizie migliori arrivano dal “Super Bowl indicator”: la finale tra i Seattle Seahawks (campioni Nfl) e i Denver Broncos (campioni Afl), uno degli eventi più seguiti a livello planetario, è stata stravinta (43 a 8) da Seattle. Un’ottima notizia per gli ottimisti, ma quanta validità ha avuto in passato questo indicatore?

Pensate solo che nel 2007 si trovarono in finale i Chicago Bears e gli Indianapolis Colt, strada spianata per gli ottimisti, perché nessuna delle due squadre era originaria dell’AFL, che avesse vinto l’una o l’altra squadra, l’anno sarebbe stato comunque al rialzo. Peccato che negli archivi della storia, il 2007 sia considerato l’anno di inizio della grande crisi.

Ma perché Gennaio è un mese così importante? Perché è in questo periodo che gli operatori effettuano le revisioni di portafoglio, è in questo preciso momento che vengono decise le strategie: cosa comprare, cosa vendere e se stare più o meno sovrappesati sulle azioni. Se non si compra, il timore è che sia in corso una fase di liquidazione dei portafogli.

Voglio ricordare, sebbene questi dati siano sempre da consultare, che si tratta di statistiche, fondate su probabilità e non su certezze, in ogni situazione esistono le eccezioni che poi vanno a fare media. Anche alla fine del 2009 si pensò che Wall Street non potesse continuare il recupero dopo una così forte e profonda fase di crisi recessiva, eppure, sono passati 4 anni, e siamo ancora in tendenza rialzista.

In tutto questo, consola il fatto che Piazza Affari sia l’unica Borsa che è riuscita a chiudere il mese di Gennaio con il segno positivo, un altro elemento a favore della nostra previsione che vede la Borsa di Milano come una delle migliori per il 2014. Preparatevi, perché se Wall Street ha già regalato molte soddisfazioni, per noi, il meglio deve ancora venire.

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