La ripresa non c'è. Servono gli investimenti pubblici. L'allarme del presidente dello Svimez - Affaritaliani.it

Economia

La ripresa non c'è. Servono gli investimenti pubblici. L'allarme del presidente dello Svimez

La ripresa economica va a rilento e non lascia presagire nulla di buono. L’andamento economico dei primi tre mesi continua ad essere più grigio che chiaro, come hanno rilevato i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat, a conferma che “persiste una calma piatta in una situazione di stagnazione della produzione”, commenta ad Affaritaliani.it, Adriano Giannola, presidente dello Svimez. “Una calma piatta che ancora persiste dopo una recessione dura e lunga. Non vedevo elementi di ottimismo nei mesi scorsi, non li vedo ora in una situazione che non è per niente dinamica”, afferma Giannola. Eppure qualche dato lascia ben sperare.

“Si riferiscono a flebili segnali di ripresa. Una ripresa che è più problematica rispetto a ieri per questa situazione di stallo. Senza un progetto di inversione di tendenza delle strategie fin qui seguite e, soprattutto, senza una politica di investimenti pubblici, tutto diventa difficile”. E le misure varate dal governo Renzi fino adesso? “Non ci sono misure, né vecchie, né nuove. Il governo non ha attivato particolari strumenti per favorire la ripresa dell’economia e dell’occupazione. Gli 80 euro, la decontribuzione, non sono strumenti che possono invertire una situazione di calma piatta dell’economia. Certo, qualche segnale si è avvertito, ma è ancora presto per cantare vittoria. Il clima favorevole lo doveva generare un’azione di sistema che non si è ancora intravista. E il clima di oggi non è certamente favorevole”.

E la riforma del mercato del lavoro? “C’era un fenomeno emersione e per molte imprese c’è stata la convenienza a farla. Il Jobs Act non risolve però tutti i problemi, soprattutto quelli legati alla crescita dell’occupazione. Ripeto, senza la ripresa degli investimenti e dei lavori pubblici non potrà esserci una decisa svolta. Soprattutto nel Meridione dove l’industria in senso stretto si riduce sempre più. E’ qui che la capacità produttiva è meno forte ed in un certo senso inutilizzata ed è qui che vi vorrà più tempo ed un’azione più forte da parte di chi governa”.