Economia
LAMIAFINANZA/ Clinton o Trump?Anche le Borse attendono il nuovo presidente Usa
Gli investitori considerano il diverso impatto che uno o l’altro candidato avrebbero sui diversi settori economici
Il testa a testa fra Hillary Clinton e Donald Trump, in gara per conquistare il posto di 45° presidente degli Stati uniti, fa salire la tensione anche sui mercati finanziari. Gli analisti prevedono che una vittoria di Trump darebbe il via a un periodo di maggiore volatilità, almeno nell’immediato, mentre Clinton segnerebbe una maggiore continuità con la precedente amministrazione. Ma guardando nel lungo periodo, gli investitori considerano il diverso impatto che uno o l’altro candidato avrebbero sui diversi settori economici.
Una presidenza Clinton, per esempio, sarebbe meglio accolta dalle imprese più orientate al commercio con l’estero, visto l’approccio protezionista annunciato da Trump. Mentre il settore delle energie tradizionali sarebbe avvantaggiato dalla vittoria del candidato repubblicano, ostile alla legislazione di tutela dell’ambiente. Piazza Affari ha archiviato intanto una settimana negativa, con l’indice Ftse Mib che, rispetto alla chiusura di venerdì scorso, ha ceduto oltre sei punti percentuali. Tra i protagonisti negativi del listino si segnala ancora una volta Banca Mps, in attesa dell'assemblea che il 24 novembre dovrà decidere sull'aumento di capitale da 5 miliardi di euro.
Lunedì 7 sul listino milanese approda Italgas, il maggiore distributore di gas in Italia, che torna alla quotazione dopo 13 anni dall'addio in seguito allo scorporo da Snam. Tensioni crescenti sui Btp: sul mercato secondario delle obbligazioni, il Buono decennale italiano ha chiuso la settimana con un rendimento in rialzo all’1,75%, non lontano dai massimi di quest’anno: lo spread, il differenziale di rendimento con il Bund tedesco è tornato così a salire, arrivando a circa 161 punti base.
Buone notizie sono arrivate invece dal fronte del mercato immobiliare: secondo l’Istat, nel secondo trimestre di quest’anno le compravendite sono cresciute del 20,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, toccando il livello più alto dal 2011. La ripresa degli scambi (ma non ancora dei prezzi) è ormai consolidata da oltre un anno, dopo aver toccato il minimo storico nel quarto trimestre del 2012. In aumento anche il numero dei mutui, che nel periodo aprile-giugno sono saliti del 24,5% rispetto a un anno prima.
Vuoi saperne di più? Clicca qui.
A cura di