Le tensioni in Yemen fanno rialzare il petrolio e le borse vanno giù
Il prezzo del petrolio che vola dopo i massicci attacchi della coalizione a guida saudita nello Yemen contro i ribelli sciiti Houti minaccia le ripresa e così le borse europee terminano gli scambi in un seduta difficile. L'Arabia Saudita ha deciso di intervenire in Yemen a difesa dei sunniti sotto attacco degli sciti, appoggiati dall'Iran. L'esito della guerra civile potrebbe condizionare il prezzo del petrolio per il fatto che lo Yemen non è un grande produttore di greggio, ma si trova su una rotta fondamentale per gli scambi. Un'impennata delle quotazioni potrebbe anche convincere la Federal Reserve a ritardare il rialzo dei tassi d'interesse. Un'ipotesi che ha già indebolito il dollaro nei confronti dello yen, mettendo in difficoltà i titoli delle aziende esportatrici. Il petrolio è tornato sopra i 50 dollari al barile.
In Europa, in attesa che la Grecia sottoponga alla Commissione Ue le riforme che dovrebbero sbloccare gli aiuti ad Atene, si guarda alla crescita della fiducia dei consumatori tedeschi in aumento a 10 punti ad aprile dal 9,7 di marzo, secondo le previsioni di Gfk: si tratterebbe del più alto livello da ottobre 2001, le attese secondo il consensus erano di 9,8 punti. La Francia, invece, ha chiuso il 2014 con il deficit pari al 4% del Pil, mentre il debito pubblico è cresciuto al 95% del prodotto interno lordo. Il governo ha assicurato di riuscire a ridurre il deficit pubblico sotto il 3% entro il 2017. Negli Stati Uniti le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono diminuite di 9mila unità a quota 282mila nell'ultima settimana.
Le borse europee così chiudono negative. Come ieri, sugli indici pesano i forti ribassi dei titoli tecnologici (Nokia -2,70%, Alcatel -2,21%, Arm -4,17%, Asml -4,85%). Il prezzo delle azioni delle aziende del comparto e' salito del 42% rispetto allo scorso ottobre sulla scia dell'indebolimento dell'euro. Il lieve rafforzamento della moneta comune registrato nelle ultime sedute ha quindi portato al riprezzamento di titoli che avevano raggiunto quotazioni superiori alle medie di lungo termine. Il Dax di Francoforte cede lo 0,18% a 11.843,68 punti, l'Ftse 100 di Londra perde l'1,37% a 6.895,33 punti, il Cac 40 di Parigi scende dello 0,29% a 5.006,35 punti, l'Ftse Mib di Milano arretra dell'1,06% a 22.900,27 punti, l'Ibex di Madrid segna -0,42% a 11.417 punti. Scivolone di Atene, che lascia sul terreno il 3,74%.