Letta: "Basta con l'Europa del rigore. Non dobbiamo fare i compiti a casa"

"Dobbiamo, prima di tutto, avere maggiore fiducia in noi stessi. Uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, benaltrismo che troppo spesso ci toglie ossigeno. Dimostrare all'Europa e al mondo che non c'è più bisogno che ci si dica di fare i 'compiti a casa'. I sacrifici li abbiamo fatti e li stiamo facendo non perchè ci sia qualcuno a imporceli, ma perchè siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri figli. Un Paese che vuole parlare quel linguaggio della verità e della responsabilità al quale il presidente Napolitano, proprio dal Meeting di Rimini, due anni fa, ci ha richiamato. L'Italia può farcela: questo è il messaggio".
Lo dice il premier, Enrico Letta, intervistato dal Sussidiario.net, alla vigilia dell'apertura del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Nell'intervista il premier sottoliena che "il mondo cambia e corre e che l'Italia, da sola, non può semplicemente reggere questa rivoluzione. Può, invece, farcela e tornare a competere solo dentro una Europa più solida e unita, anche e soprattutto sul piano politico. Parlo però di un Europa diversa da quella che abbiamo osservato in questi anni di crisi". Per questo, dice Letta, "quello che auspico non è l'Europa del rigore e basta ma l'Europa dei popoli, quella che costruisce risposte concrete ai bisogni e ai problemi veri delle persone".
"Dire che l'euro è una sciagura - continua il capo del governo - è una sciocchezza. Il punto è che si tratta di un solo tassello della più ampia, e ambiziosa, unione economica e politica. In questa prospettiva tutti gli strumenti adottati non devono avere il sapore della contingenza, ma puntare dritto verso una maggiore integrazione. Penso, ad esempio, all'unione bancaria. La stiamo sostenendo con grande convinzione e continueremo a farlo nei prossimi consigli europei, ponendo poi il tema al centro del semestre di presidenza italiana dell'Ue, l'anno prossimo".