Il prezzo (salato) di un addio: ecco le liquidazioni italiane d'oro
Beghe interne, cambi di rotta, scelte personali: quale che sia la motivazione che porta a lascire un'azienda, di certo si digerisce meglio con una buonuscita principesca. Dopo l'annunciata sostituzione di Steve Ballmer alla guida di Microsoft, ci si chiede quanti milioni (forse 17) varrà il benservito. Una cifra da capogiro, che però non fa entrare Ballmer neppure nella top ten delle liquidazioni più care.
Meno di 20 milioni? Non sono nulla rispetto ai 116 milioni percepiti da James Mulva al momento dell'arrivederci alla compagnia petrolifera Conoco Philips. Ma per arrivare a queste cifre non occorre andare lontano: da Geronzi a Romiti, le imprese italiane non fanno eccezione e non badano a spese. Spesso senza alcuna relazione tra la liquidazione e i risultati ottenuti. ECCO LE BUONUSCITE ITALIANE PIU' RICCHE