Made in Italy che se ne va/ Arnault mette tutto in vetrina sul web. Yoox nel mirino di Lvmh

Prima Armani, poi Ferragamo: ora l'ultimo rumors su monsieur Lvmh, il francese Bernard Arnault che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe messo nel mirino Yoox, il gruppo italiano leader nel web retail fondato da Federico Marchetti.
Da Zola Predosa, il quartiere generale di Yoox non commentano, ma per mister piagliatutto Arnault la logica industriale c'è tutta: dopo aver fatto incetta di marchi del lusso nello Stivale per rimpinguare un portafoglio brand già molto nutrito, Lvmh, primo gruppo luxury al mondo, potrebbe ulteriormente premere l'acceleratore su una redditività, già ampia frutto di un giro d'affari da oltre 12 milardi che frutta quasi 4 miliardi di utile, "mettendo tutto in vetrina". Meglio se virtuale, in grado di raggiungere ogni angolo del mondo e soprattutto i nuovi ricchi cinesi, indiani, russi e brasiliani. E abbattendo quel tabù degli articoli del lusso che non si possono vendere sul web. Arnault, l'uomo più ricco di Francia farebbe il botto, dopo averci preso gusto grazie a una campagna acquisti che in terra italiana in poche settimane ha messo le mani sul prestigioso marchio Loro Piana e sulla pasticceria Cova di Milano.

Intanto in Borsa, sul segmento Star dov'è una delle aziende più redditive, il titolo del gruppo di web retail viaggia in positivo sopra i 20 euro per azione, un prezzo superiore al target price fissato ad esempio da Mediobanca (18,1 euro) grazie a numeri di tutto rispetto che hanno dribblato la crisi proprio grazie al volano del web: i ricavi del primo trimestre 2013 sono arrivati a quota 110,40 milioni (più 21,37% rispetto allo stesso periodo del 2013) e il margine operativo lordo ha toccato quota 6,04 milioni (più 13,08% su base annua).
In più l'azienda, secondo quanto hanno scritto gli analisti finanziari di Equita Sim, avrebbe un margine di crescita nelle vendite dell'88% da qui al 2015. Un boccone prelibato per il prprietario di Lvmh che potrebbe anche facilmente sfruttare una situazione azionaria molto parcellizzata che allo stato attuale vede l'azionista di maggioranza rispondere al nome di Bunderton Capital (7,61%) seguito dal fondatore Marchetti (6,95%) e da Oppenheimer funds (6,19%). Due fondi fra i primi tre grandi soci che di fronte a un'offerta cash allettante farebbero molta fatica a dire di no.