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Economia
Confitarma: "Il futuro dello shipping? Passa per il Registro internazionale".

Mantenimento del registro internazionale, il recupero della cultura marittima e la sostenibilità ambientale. Per Mario Mattioli, presidente di Confitarma, il futuro dello shipping nazionale si fonda su questi tre principali aspetti. “Affinché l’armamento italiano possa cogliere le opportunità dei mercati sono essenziali due cose: che il Sistema Italia recuperi la sua cultura marittima, che negli ultimi anni ha abbandonato, e la flotta possa continuare a contare su uno strumento normativo fondamentale per garantire la sua competitività: il Registro internazionale Italiano. Mattioli lo ha ribadito a Napoli nel corso di “Shipping&Law, the shock of the new”, una due giorni organizzata dallo studio Francesco Saverio Lauro. “Il successo del tricolore è legato al Registro internazionale e alla Tonnage Tax, grazie ai quali abbiamo registrato aumenti sia della flotta che dell’occupazione”, ha aggiunto. “E’ uno strumento che nel corso degli ultimi venti anni  ha consentito il raddoppio della flotta e dei posti di lavoro. Ed oggi la flotta italiana è una delle più giovani, con un naviglio al di sotto dei dieci anni di vita, quindi compatibile con le nuove norme ambientali”. Al riguardo, Mattioli ha ribadito che la principale sfida che vede lo shipping impegnato in uno sforzo senza precedenti è proprio quella ambientale e in particolare il rispetto dei nuovi limiti del contenuto del tenore di zolfo nei combustibili marini che dal 1° gennaio 2020 si ridurrà di ben sette volte passando dal 3,5 % allo 0,5%. “È un impegno che comporta investimenti ingenti che tutto l’armamento italiano ha da tempo messo in campo testimoniato dalle nuove unità diventate operative di recente a cominciare proprio dalle navi da crociera”. Altre soluzioni nell’ottica della sostenibilità ambientale, ha continuato Mattioli, sono un sistema di alimentazione dei motori con batterie a litio, in grado di abbattere del 50% le emissioni e ricaricabili durante la navigazione e all’interno dei porti, e la riduzione della velocità che consente emissioni meno dannose. Soluzioni che comportano ingenti costi per le società di navigazione che però si stanno adattando alle nuove normative. Con oltre 33 miliardi di euro di beni e servizi prodotti, l’economia del mare rappresenta il 2% del Pil nazionale complessivo e dà lavoro a quasi 500 mila persone. E’ pertanto imperativo preservare e rafforzare la competitività della flotta mercantile. Sul fronte dei rapporti con la finanza, Mattioli ha ribadito che servono soluzioni innovative per risolvere i crediti incagliati. Come è necessario un dialogo continuo anche con quelle realtà  in grande crescita nel panorama nazionale e internazionale, che rappresentano fonti alternative al finanziamento bancario. Al riguardo il numero uno di Confitarma ha sottolineato che è in corso con l’Abi un tavolo tecnico per supportare gli investimenti delle imprese, soprattutto quelle in sofferenza. Anche attraverso strumenti  come la Cassa Depositi e Prestiti e il Fondo F2i. "Lo stiamo facendo con tavoli ad hoc che puntano ad evitare fenomeni speculativi promuovendo percorsi di collaborazione e guardando alla continuità delle nostre aziende". Per quanto riguarda infine la formazione, Mattioli ha sottolineato la partnership di Confitarma sia con gli istituti tecnici superiori, sia le università. “E’ il modo che consente alle società armatoriali di occupare nuova forza lavoro alla fine del percorso”.  

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