Economia
Iran-Israele, effetti economici della guerra? No aumento benzina-diesel (per ora), ma rincari luce e gas per 13,7 mld - L'analisi della Cgia
Nel 2022, dopo 15 giorni dall'invasione russa in Ucraina, il costo della benzina salì del 17% e il diesel addirittura del 24%.

MO: Cgia, no aumento carburanti ma rincari luce e gas per 13,7mld
Il deflagrare del conflitto tra Israele e Iran non ha portato, per ora, ad alcun significativo aumento del prezzo alla pompa dei carburanti in Italia. Anzi, le prime indicazioni segnalano un leggero ribasso delle quotazioni di gran parte dei prodotti petroliferi, a differenza di quanto accadde con la guerra tra Russia e Ucraina, che fece schizzare il costo della benzina del 17% e il diesel del 24% in soli quindici giorni. Per le imprese però la bolletta di luce e gas si potrebbe farsi più salata, con rincari da 13,7 miliardi. È il bilancio dell’Ufficio studi della Cgia, che però precisa: “Di fronte all’orribile tragedia della guerra – che provoca morti, feriti, distruzione e miseria – parlare di effetti economici in capo a Paesi, come il nostro, che vivono a 3.500 chilometri dal conflitto, rischia di essere cinico e irrispettoso, in particolare nei confronti delle vittime di questo dramma”.
Secondo le analisi della Cgia, un primo dato che tenere in considerazione è che “l’Iran non ha la stessa capacità produttiva della Russia. Secondo i dati riferiti al 2024, su quasi 103 milioni di barili di petrolio estratti nel mondo ogni giorno, la Repubblica Islamica contribuisce per “soli” 3,8 milioni, mentre Mosca per 11,2. Certo, se la situazione dovesse precipitare, con un allargamento del teatro di guerra e/o una chiusura dello Stretto di Hormuz – dove, ricordiamo, transita il 30 per cento circa del petrolio mondiale e quasi il 20 per cento del gas – quasi sicuramente assisteremmo ad uno choc petrolifero spaventoso ad una impennata dei prezzi su scala globale di tutte le materie prime”. Sul lato invece bollette, “ancorché gli effetti per le imprese non siano riconducibili alla guerra in Medio Oriente, l’Ufficio studi della Cgia ha stimato in 13,7 miliardi in più (pari al +19,2%) il costo che le imprese italiane dovranno sostenere quest’anno rispetto al 2024”.
Rincari primo in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
A livello regionale, visto che la maggioranza delle attività produttive e commerciali sono ubicate al Nord, i rincari relativi al 2025 di luce e gas interesseranno, in particolare, le aree che presentano i consumi maggiori: vale a dire la Lombardia con un aggravio di 3,2 miliardi di euro, l’Emilia Romagna con +1,6 miliardi, il Veneto con +1,5 e il Piemonte con +1,2. Sull’incremento di costo previsto per quest’anno che, ricordiamo, a livello nazionale dovrebbe essere pari a 13,7 miliardi, 8,8 (pari al 64% del totale), saranno in capo alle aziende settentrionali. Le aree regionali che, invece, saranno meno interessate dagli aumenti sono, ovviamente, quelle più piccole; come la Basilicata che dovrebbe registrare una variazione pari a +118 milioni, il Molise con +64 e la Valle d’Aosta con +44.
L'elenco dei settori più a rischio rincari
Con un eventuale aumento dei costi delle bollette elettriche, i settori più “colpiti” potrebbero essere quelli che registrano i consumi più importanti. Riferendoci ai dati dei consumi pre-Covid
· metallurgia (acciaierie, fonderie, ferriere, ecc.);
· commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, ecc.);
· altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste, ecc.);
· alimentari (pastifici, prosciuttifici, panifici, molini, ecc.);
· alberghi, bar e ristoranti;
· trasporto e logistica;
· chimica
Per quanto riguarda le imprese gasivore, i comparti che potrebbero subire gli effetti economici maggiormente negativi potrebbero essere
estrattivo (minerali metalliferi ferrosi e non ferrosi, ecc.);
· lavorazione e conservazione alimenti (carni, pesce, frutta, ortaggi, oli e grassi, ecc.);
· produzione alimentare (pasta, pasti, gelati, ecc.)
· confezione e produzione tessile, abbigliamento e calzature;
· fabbricazione/produzione legno, carta, cartone, ceramica, utensileria, plastica e chimica;
· fabbricazione apparecchiature elettriche ed elettroniche, macchine utensili e per l'industria, etc.;
· costruzione di navi e imbarcazioni da diporto